02 Febbraio 2018

Quando domenica mattina, durante la messa, ha annunciato che avrebbe chiuso l’oratorio, in chiesa è calato il silenzio. La decisione di don Andrea, parroco di Seggiano, ha scosso l’intera comunità. Lo scorso ottobre un ragazzino fu selvaggiamente picchiato da alcuni coetanei durante una partita di calcetto e l’episodio fece molto scalpore. Adesso questa nuova tegola che getta preoccupazione sul futuro dell’oratorio del quartiere. Don Andrea ha spiegato che una gang formata da cinque ragazzi, alcuni di loro maggiorenni, sta tenendo in scacco il luogo di ritrovo dei giovani. E si sente abbandonato, sostenendo di avere più volte segnalato la situazione all’amministrazione comunale e alle forze dell’ordine senza però riuscire ad avere il riscontro e l’appoggio che sperava. E così la drastica decisione: l’oratorio aprirà solo per il catechismo. Una scelta che, come prevedibile, ha creato un polverone di polemiche. A cercare di fare chiarezza, sul versante dell’amministrazione, è il sindaco Ivonne Cosciotti: «Ero a conoscenza di un episodio spiacevole sotto Natale, quando alcuni ragazzi danneggiarono il presepe. Purtroppo non ero a conoscenza del fatto che gli episodi sono proseguiti anche in seguito. Don Andrea ha tutta la mia solidarietà. L’ho chiamato un paio di volte e non mi ha risposto, ma insisterò perché vorrei parlarci e assicurargli che non è solo in questa vicenda. Ho parlato anche con il comandante della polizia locale, chiedendo di fare passare qualche volta in più una pattuglia in zona, ma la situazione non è così semplice. Il bullismo non è facile da perseguire. Già a ottobre, quando si registrò il pestaggio di un ragazzino, proposi ai genitori di organizzarsi in maniera tale che ci fosse la costante presenza degli adulti in oratorio, ma mi rendo conto che non è così semplice. Se si riuscirà tuttavia a creare un gruppo di genitori pronti a dare una mano, noi potremmo sostenerlo inviando per alcune ore un educatore. Alla base del problema resta quello di riuscire a parlare con i giovani e interagire con loro per andare incontro al loro disagio».