04 Giugno 2021

Si chiama “No ai camini industriali” il neonato comitato di cittadini residenti al Villaggio Ambrosiano, preoccupati per quanto sta accadendo in via Miglioli, a ridosso di alcune villette, in particolare in via del Pino, via dell’Abete e via dell’Olmo. La loro preoccupazione, che si è tradotta in una petizione con 133 firme, riguarda l’unione e la ristrutturazione di due siti artigianali, con relativa costuzione di due camini, che potrebbero produrre inquinamento acustico, ambientale e, si teme, anche problemi sanitari. A spiegare quanto sta accadendo è uno dei portavoce del comitato, Antonio Neglia: «Stiamo parlando di un’attività definita “insalubre di classe 1”. Il testo di legge in merito è molto vago e prevede che queste attività siano messe a una certa distanza dall’abitato, ma non quantifica quale sia questa distanza. A questo punto, senza voler essere polemici a tutti i costi, la nostra domanda è semplice e vorremmo rivolgerla al sindaco, visto che è il responsabile della salute dei cittadini: le attività insalubri di classe 1 a quale distanza le prevedete dai centri abitati? Se ci viene detto che siamo a distanza di sicurezza prendiamo atto, però chiediamo chiarezza». Dal Comune fanno sapere che la pratica depositata in merito a questo immobile industriale è corretta dal punto di vista edilizio e di aver effettuato un sopralluogo con la polizia locale. È stato comunicato ai titolari gli adempimenti necessari all’eventuale esercizio dell’attività, segnalando il vincolo della fascia di rispetto di verde da mantenere attiva, nella misura di 10 metri. Un vincolo, peraltro, non recepito dal vigente Pgt, che necessiterà di una rettifica quanto prima. L’azienda ha anche confermato che effettuerà le necessarie verifiche di impatto acustico. «Noi comunque vorremmo incontrare il sindaco e avere da lui precise rassicurazioni», conclude Neglia.