08 Giugno 2018

Da San Felice ai campi della Premiership scozzese, l’equivalente della serie A italiana. Questa, in estrema sintesi, la storia di Paolo Buzzi, che parla di passione e tenacia. Classe 1998, Paolo inizia a giocare a calcio a soli 6 anni, grazie a un amico di famiglia che aveva aperto una piccola scuola calcio, per poi spostarsi quasi subito presso il Marconi Club di Segrate, dove l’indole del goleador emerge quasi subito. Innamoratosi dello sport, il giovanissimo atleta ha iniziato a macinare chilometri sui campi da calcio lombardi, togliendosi numerose soddisfazioni. «La mia prima vera squadra è stata il Rozzano, grazie alla quale ho ricevuto i primissimi interessamenti da parte di società blasonate come l’Inter», racconta Paolo. «Subito dopo quell’esperienza sono passato al Cimiano col quale mi sono guadagnato un posto in Prima Squadra e ho vinto anche una Coppa di Lombardia. A quel punto mi si sono aperte le porte del calcio professionistico». La Tritium fu la società che lo accompagnò in questi anni fatti di crescita atletica e umana. Poi fu la volta del Como, nel quale ebbe la fortuna di lavorare con alcune figure di spicco dello sport nostrano. «Quelli furono gli anni della mia grande maturazione», spiega il calciatore. «Giocai al Renate, con il quale segnai a squadre come Parma e Inter, e poi approdai al Monza. Sotto la guida del grande Fulvio Saini feci la mia migliore stagione andando in rete per ben 22 volte: un anno fantastico che mi portò diretto a giocare in serie B ad appena 18 anni». Da lí al grande palcoscenico il passo fu breve e molto significativo. «A quel punto ho davvero capito che avrei potuto fare del calcio la mia professione», confessa Paolo. «Grazie ai contatti di un amico ero riuscito a fare la pre season con gli Hamilton Accies che giocavano nella Premiership scozzese. Purtroppo m’infortunai e dovetti tornare in Italia, ma a quanto pare lasciai un buon ricordo e non passò molto prima che mi richiamassero per giocare nella squadra Under 20». E cosí, un giovanissimo ragazzo di San Felice si trovò a calcare i prati  britannici, esattamente come a suo tempo fece anche Gennaro Gattuso, leggenda del Milan, nonché campione del mondo di Berlino 2006. «Non fu facile, dovetti lasciare la mia famiglia e imparare una lingua nuova, ma mi serví moltissimo per crescere come uomo. Ebbi la fortuna di giocare con Massimo Donati (ex Milan, Parma, Atalanta, Torino, Sampdoria e Bari, ndr), grande professionista che mi aiutò moltissimo ad ambientarmi. Nel complesso, nonostante i ritmi forsennati, fu un’esperienza fantastica». Dopo 6 mesi Paolo decide di spostarsi in una società della quarta categoria scozzese, gli Strollers, con la quale potè ricoprire un ruolo centrale e mettersi in mostra e portando i suoi compagni alla vittoria della Coppa di Scozia con un bellissimo gol in rovesciata allo scadere, prodezza che gli valse anche il titolo di Man of the match. «Al momento non ci sono certezze sul mio futuro», conclude il promettente atleta. «Mi piacerebbe esordire nella massima serie e so di averne i mezzi, ma ci sono molte dinamiche da valutare. Per fortuna la mia famiglia mi appoggia come ha sempre fatto e questo per me è molto importante». Che dire, un ragazzo di talento che è sulla buona strada per lasciare il segno e che sa molto bene che non bastano le capacità atletiche ma, per arrivare in alto, servono fiducia in se stessi, testa, tecnica e soprattutto cuore.
Mattia Rigodanza