17 Aprile 2015

Una voce di donna, apparentemente adulta. «C’è una bomba nella scuola» e poi ha riattaccato. È iniziata così la settimana alla scuola media Leopardi di via San Rocco. A prendere la telefonata, lunedì intorno alle 10, è stata la segretaria che ha immediatamente avvisato carabinieri e polizia locale. Le insegnanti hanno informato i ragazzi che era in corso un’esercitazione e la scelta di tenerli all’oscuro si è rivelata saggia. Inutile creare panico quando non si avevano notizie ancora certe sull’attendibilità della chiamata. E così gli studenti sono stati evacuati dall’istituto e accompagnati secondo le procedure di sicurezza al campo sportivo della scuola. Sul posto è intervenuta anche la protezione civile cittadina che ha contribuito a gestire la situazione all’esterno dell’edificio, mentre all’interno alcuni agenti della polizia locale e i carabinieri hanno iniziato a perlustrare tutte le aule. In primis per accertarsi che nessun studente fosse rimasto in classe e, contemporaneamente, per verificare se ci fossero borse o involucri sospetti. Controlli meticolosi sono stati compiuti anche in mensa, in segreteria, negli sgabuzzini, in palestra e nei bagni. Perfino all’interno dei tombini che si trovano in giardino. Insomma ogni centimetro dell’area è stato sottoposto a un’attenta analisi. A quel punto si è deciso di non chiedere l’intervento degli artificieri perché era evidente che si trattava di una telefonata compiuta da una mitomane o da qualcuno che per uno scherzo di pessimo gusto forse neppure si è reso conto di rischiare una denuncia per procurato allarme. Le forze dell’ordine sono così uscite dalla scuola e gli alunni vi hanno fatto ritorno. La situazione è stata gestita con grande professionalità e senso di responsabilità. Niente panico tra i presenti, solo tanti sorrisi sui volti dei ragazzi convinti che fosse davvero un’esercitazione. Nel pomeriggio la dirigente scolastica, Giuliana Borgnino, ha avvisato dell’accaduto i rappresentanti di classe che a loro volta hanno messo al corrente tutti i genitori.