24 Agosto 2020

Manca poco meno di un mese alle amministrative in calendario il 20 e il 21 settembre, che decideranno il futuro sindaco di Segrate. Ad aspirare a quella poltrona sono in sei, con ben dodici liste a supportarli. È dunque caccia aperta al ruolo più prestigioso della città, per una campagna elettorale che, per forza di cose, assomiglierà di più a una gara sui cento metri che alla classica mezza maratona. Con la speranza che si possa assistere a una competizione dai toni anche aspri, ma non offensivi, vediamo di fare il punto della situazione. Partiamo allora dal sindaco uscente, Paolo Micheli, considerato da tutti gli altri l’avversario da battere. Sarà appoggiato dal Pd, dalla storica lista civica Segrate Nostra, da +Segrate Viva (composta da I like Segrate e Italia Viva) e Lista Micheli. Due curiosità: la prima è il ritorno alla politica di Tecla Fraschini, cinque anni fa candidato sindaco del centrodestra e questa volta inserita nella lista dei potenziali consiglieri comunali di +Segrate Viva; la seconda è la composizione della civica Lista Micheli in cui troviamo 25 candidati con un’età media di 28 anni (il più giovane ha 21 anni, il più “anziano” 35).

Rimanendo sul fronte di chi ha governato in questi cinque anni, a candidarsi a sindaco c’è il presidente del consiglio Claudio Viganò con la sua Lega Federalisti Segrate. Anche alla scorsa tornata elettorale aveva corso da solo, per poi apparentarsi al ballottaggio con Micheli. Le voci di corridoio sostengono che la situazione potrebbe ripetersi in caso di un nuovo ballottaggio in cui Viganò non dovesse parteciparvi. Nella sua lista, alla ricerca di un posto in consiglio comunale, troviamo l’ex sindaco Bruno Colle.

Passando al centrodestra, ormai è nota a tutti la vicenda che ha portato alla rottura della storica coalizione. E così sono due i candidati sindaco. Il primo è Luca Sirtori di Fratelli d’Italia, appoggiato anche dalla Lega. Il vertici locali del Carroccio hanno accettato di rinunciare al loro candidato Terry Schiavo (che non correrà neppure per il consiglio comunale), ma non ne hanno voluto sapere di andare insieme a Forza Italia, sotto il nome dell’ex sindaco Adriano Alessandrini. A nulla sono valsi i tentativi di convincerli a livello provinciale e regionale, i leghisti segratesi hanno tenuto duro e alla fine hanno fatto saltare un accordo che a livelli più alti era già stato raggiunto, come aveva confermato anche il segretario cittadino di Forza Italia, Yuri Trebino.

A questo punto Alessandrini ha però deciso di defilarsi e non ha dato la sua disponibilità a guidare la seconda coalizione di centrodestra, che sarà invece rappresentata da Laura Aldini, già direttore generale del Comune, prima della vittoria di Micheli. Aldini avrà l’appoggio di Forza Italia (nella cui lista troviamo Lorenzo Arseni, cinque anni fa gemellato al ballottaggio con Micheli, dopo che era anche stato assessore nella giunta Alessandrini) della civica PartecipAzione coordinata dall’ex assessore Angelo Zanoli, che però non scenderà in campo in prima persona, e di Cambiamo che vede nel suo simbolo il nome di Alessandrini, anche se non è in lista per un posto in consiglio comunale.

Quinto candidato sindaco è Dena Arabsolgar che correrà sotto il simbolo della lista SegrateSì. Si tratta di una civica che rivendica la sua matrice ambientalista. Tra i suoi fondatori troviamo l’ex segretario cittadino del Pd Dario Giove e Luca Bertagna, anche lui ex militante dei democratici, ma SegrateSì assicura di non essere apartitica e prende le distanze dall’attuale amministrazione di centrosinistra e da quella precedente di centrodestra.

Sesto e ultimo candidato, arrivato proprio al fotofinish, è Claudio Gasparini appoggiato dalla lista civica Liberal Segrate. Gasparini in passato consigliere comunale di Forza Italia e poi degli Indipendenti in una storica diaspora che vide 9 consiglieri e 5 assessori, più il sindaco Alessandrini, lasciare il Popolo delle Libertà, è alla guida di un gruppo di cittadini in cui troviamo alcuni commercianti locali, come il capogruppo Angelo Vivio, che nella scorsa tornata elettorale sosteneva I like Segrate.

In questo scenario, oggettivamente variegato, manca all’appello il Movimento Cinque Stelle che, per bocca del suo unico consigliere comunale Diego Dimalta, ha confermato una “pausa box” per un giro, il tempo di riorganizzarsi, visto che a Segrate le forze attive iniziavano a scarseggiare.