21 Febbraio 2020

Ottantasei anni di ricordi legati a una delle istituzioni milanesi per eccellenza, quella che oggi conosciamo come Idroscalo Club. Lui è Francesco Re, ma tutti lo conoscono come Cecco, personaggio celebre nel mondo del canottaggio, insignito con la Stella d’oro al merito sportivo del Coni, socio benemerito della Federazione italiana canottaggio e della Federazione italiana canoa e kayak.
Ma soprattutto, a lui si deve la spinta che negli anni Settanta portò l’Idroscalo a diventare centro nevralgico della canoa italiana, europea e perfino mondiale. «Tutto è dovuto al fatto che sono un pubblicitario» ci racconta Cecco. «Originario di Cremona, quando sono arrivato a Milano avrei voluto iscrivermi al Gruppo Milanese Canoa, ma mi dissero che non c’era più posto. Allora, entrai in contatto con il Circolo Kayak e Canoa, che era appena stato costituito da Bruno Giovanardi, ex presidente che si era appena staccato dal Gmc. Il gruppo non aveva niente. Era necessario fare arrivare gente e perché questo accadesse bisognava farlo conoscere: da pubblicitario, sentivo tanto il fatto che la canoa, sebbene esistesse da anni, restava confinata solo tra gli addetti ai lavori. Allora ho creato un piccolo depliant, che andavo io stesso a consegnare fuori dalle scuole. Iniziarono così ad arrivare i primi ragazzini». Ma gli aneddoti di quegli anni sono davvero tantissimi. «Per le barche, facemmo la colletta tra i soci, comprammo l’attrezzatura e iniziammo a fare corsi. Tutto iniziò così. Era il 1973. Passammo nel giro di sei anni da 25 a 400 soci, riuscimmo a comprare barche, a ristrutturare completamente il nostro capannone e ad avere una nostra atleta in gara ai mondiali di Duisburg, Elisabetta Introini. Il beneficio che ebbe tutto questo su di noi portò vantaggi e  visibilità su tutti gli altri club presenti e, in generale, sull’Idroscalo e sulla canoa».
Cecco ha dedicato ben 70 dei suoi 86 anni alla canoa, usando il suo tempo libero, fuori dal lavoro: «Non biasimo la mia povera moglie» sorride ricordando. «Sono stati anni bellissimi, in cui ho avuto la fortuna di imbattermi in persone di livello.  Quando organizzammo la nostra prima gara nel 1977, ci sono state persone che hanno tirato personalmente 26mila metri di cavi per creare le 9 corsie del campo di gara». Da allora di acqua nell’Idroscalo ne è passata parecchia, il circolo di cui è stato diverse volte presidente e vicepresidente, unendosi al Gmc, è diventato Idroscalo Club; Cecco Re, presidente fino al 2011, ha lasciato spazio alle nuove leve, ma non smette di seguire la parte comunicativa e pubblicitaria, che grazie a lui ha davvero fatto la differenza.
Eleonora D’Errico