01 Febbraio 2019

Volete sapere cosa succede quando uno psicologo con la passione per la musica si dedica al cinema? Chiedetelo a Gianni Caminiti, musicista, autore Siae e responsabile dei più seguiti percorsi di formazione e accompagnamento al successo personale per privati e aziende. A Segrate in molti lo conoscono proprio come psicologo e life coach, ma è il suo lavoro dietro la cinepresa a destare il maggior interesse. «La mia passione per la musica risale a quando ero piccolo come anche il sogno di collimarla con l’amore per il cinema», racconta Caminiti. «Determinato a portare avanti un progetto che in Italia sarebbe risultato unico nel suo genere, ho deciso di fondare una casa di produzione cinematografica, discografica ed editrice, la Cinesmania, piccolo mondo artistico che mi ha dato la possibilità di produrre “Ombra e il poeta”, opera rock in film a cui mi sono dedicato dal 2014».
Seimila minuti di girato, 90 musicisti e un gruppo di circa 400 persone coinvolte nelle riprese: il progetto dell’autore residente a Cassina de’ Pecchi ha da subito assunto dimensioni enormi. Parliamo di un thriller psicologico totalmente musicale, una tragedia che parla di sogni e di quanto sia importante non metterli da parte, non volare basso e continuare a crederci. Il protagonista, Icaro, sogna di fare il poeta e mantiene vivi i suoi desideri, nonostante un’infanzia costellata da drammi familiari, grazie a Ombra, una misteriosa figura che lo accompagna per tutta la vita. Innamoratosi e inghiottito dall’ordinarietà della vita, Icaro dimentica le sue ambizioni e relega Ombra all’oblio dei ricordi, fino a quando quest’ultimo riemergerà dai ricordi conducendo il protagonista in una spirale di eventi drammatici.
«Si tratta di un’opera che rappresenta la perfetta sintesi delle mie esperienze professionali», spiega il regista. «Come life coach aiuto le persone a inseguire i propri sogni per tempo, prima che diventino incubi, e cerco di far capire loro che il mito di Icaro non ci insegna solo a stare attenti a non spingerci troppo in alto, ma piuttosto a non volare troppo basso per non rischiare di cadere in mare. L’essere soddisfatti di sé stessi è una priorità che non può essere minacciata dalla routine e dalla convenzionalità della vita».
Un’opera introspettiva e potente, insolita per il panorama cinematografico a cui siamo abituati in Italia. L’avvento dei multisala e delle serie mainstream hanno, inevitabilmente, chiuso la strada alle autoproduzioni e al cinema d’autore, ma nonostante questo Caminiti si dice ottimista. «L’opera lirica italiana ha ancora un forte appeal in tutto il mondo», sostiene il produttore. «E, nonostante ci si rivolga a un target molto specifico, credo che questo film abbia un potenziale molto alto. In ogni caso abbiamo studiato una serie di cortometraggi per promuovere il film uscendo dall’ottica della pubblicità ordinaria. Si tratta di racconti in cui sei personaggi diversi incontrano Ombra che li spinge a inseguire le proprie ambizioni. Tutti i personaggi, nell’ultimo corto, si incontrano fuori dal cinema, ma il finale non si può raccontare, è da scoprire».
L’autore crede che in questo modo le persone avranno modo di conoscere il prodotto e avvicinarsi a un genere che vede solo due esperienze simili nella storia del cinema italiano. Ma distogliendo lo sguardo da quello che è l’oggetto artistico vero e proprio, il contesto nel quale questo progetto è nato e si è sviluppato desta ancora più sorpresa. «Abbiamo prodotto con circa 25mila euro qualcosa che sarebbe costato milioni», sottolinea Caminiti. «Ciò che veramente mi ha entusiasmato è stato vedere crescere e collaborare un gruppo di persone che probabilmente non avrebbero mai avuto una chance simile. La collettività è il vero valore aggiunto di questa iniziativa e devo dire che la mia professione di psicologo mi ha sicuramente aiutato in questo lavoro aggregativo. Si è creata da subito una sinergia particolare in grado di unire persone con percorsi ed esperienze totalmente diverse. Inoltre, al di là dell’ossatura di base dello staff, abbiamo collaborato con alcuni studenti di cinema alle prime armi che si sono rivelati essere una risorsa incredibile. Sono molto orgoglioso di aver fatto con loro un lavoro motivazionale basato sulle regole di gruppo». Abbiamo un film, abbiamo una colonna sonora di grandissimo spessore e abbiamo anche i primi riconoscimenti internazionali, come i dieci premi vinti al celebre Flicks Film Festival di Londra, tra cui quello per la miglior regia, miglior colonna sonora e miglior film, e il premio per la miglior fotografia a Mario Biancardi, che ha superato addirittura “Dogman” di Paolo Sorrentino al concorso Cliciack. «Tutto ciò, unito a della sana pazzia, mi spinge a continuare su questa strada», conclude il regista. «La musica è emozione pura e quando genera una storia diventa magia».   
Mattia Rigodanza