Da 33 anni rappresenta un porto franco per tutte le donne del territorio. Chi è segratese ha già capito che si tratta di DcomeDonna, associazione che opera in città su più livelli affinché sia portato avanti un discorso inclusivo che valorizzi il genere femminile. Ottavia Zerbi, oltre a esserne presidente, è psicoterapeuta e contribuisce anche in questo ruolo ai servizi offerti dall’associazione. È lei stessa a raccontare come si è sviluppato nel tempo un simile progetto. «Abbiamo iniziato come associazione per rispondere a un telefono di ascolto e si trattava ancora di una delle prime iniziative di questo tipo, prima che in seguito ci sviluppassimo come gruppo e mantenessimo due anime vive: una sul fronte dell’aiuto sociale e l’altra su quello culturale».
Per quanto riguarda il primo indirizzo d’azione, DcomeDonna è impegnata in primo luogo mantenendo lo spazio telefonico di ascolto, aperto a tutte le donne in difficoltà, di qualsiasi grado ed entità sia il problema. Inoltre, ha negli anni introdotto tre nuove possibilità di aiuto. Una di esse assume più specificamente come target le donne vittime di violenza, per riuscire a inquadrare e affrontare al meglio le singole casistiche. «Numerose delle volontarie della nostra squadra» continua Zerbi «sono formate per gestire queste delicate situazioni e in più mettiamo a disposizione una schiera di psicologi e avvocati, per offrire il massimo aiuto possibile alle donne che si rivolgono a noi».
La seconda proposta è un corso gratuito di italiano per stranieri, le cui lezioni seguono un calendario concordato con le dirette interessate, perché rientrino nelle loro agende quotidiane, spesso già piene di impegni. La presidente sottolinea quanto questa scelta sia voluta: «Il nostro intento, al di là dell’insegnamento della lingua, è di favorire la socializzazione delle donne. Per questo motivo, abbiamo creato classi poco numerose, che si incontrano secondo la disponibilità delle partecipanti: cerchiamo di venire incontro alle esigenze di tutte, perché l’aspetto davvero importante è che si trovino e vivano la società e anche il territorio». Seguendo la medesima intenzione, DcomeDonna opera su un ulteriore versante, per il reinserimento delle donne nel mondo del lavoro, favorendo soprattutto la messa a fuoco dell’identità di ognuna e su questo importante tema, quello dell’autodeterminazione, si incentrano anche molte delle proposte che l’associazione avanza sul piano culturale. Corsi di lettura, di ginnastica mentale, gruppi di parola per discutere su temi importanti per le partecipanti: si tratta solo di alcune delle iniziative regolarmente promosse.
La prossima in programma sarà la mostra laboratorio Rosa Shocking, giunta alla sua 27esima edizione, che si terrà dal 19 al 27 novembre presso il centro civico Verdi. «Il progetto nasce dall’idea di fare uscire le donne dal privato, dove spesso si trovano confinate» spiega Zerbi «in modo che possano dare sfogo ciascuna alla propria creatività e liberarla in un ambiente di condivisione: l’obiettivo è fare vedere in pubblico e mostrare a loro stesse fino a dove possono arrivare, anzi, dove possiamo tutte arrivare». La mostra laboratorio sarà inaugurata sabato prossimo alle 17 e prevede tre iniziative centrali. Le prime due riguardano le cosiddette mattonelle della solidarietà, create dalle socie e distribuite nei giorni passati in cambio di un’offerta libera. Il ricavato sarà devoluto a Rete Viola Martesana, con cui l’associazione segratese collabora in opposizione alla violenza di genere. Le singole mattonelle, inoltre, saranno disposte a formare un serpentone prima e in occasione dell’opera teatrale che avrà luogo presso Cascina Commenda il 25 di questo mese, promossa da DcomeDonna, per segnalare l’impegno a superare insieme, ognuno accanto all’altro, i limiti culturali e fattuali che persistono contro le donne.
L’ultima iniziativa si terrà il 23 novembre, alle 17, quando sarà possibile partecipare a un laboratorio per la lavorazione dell’argilla. Questa è peraltro una delle attività normalmente portate avanti dall’organizzazione, come ricorda la presidente: «Durante l’anno proponiamo dei corsi di arte-terapia, ma anche di teatro, autodifesa, lavoro su di sé e non solo. Ci occupiamo molto di cultura perché, nonostante le nuove generazioni mostrino una sensibilità maggiore rispetto alla parità di genere, è necessario tenere ancora alta la guardia ed effettuare un lavoro costante sul rispetto verso l’essere umano in toto: noi partiamo dalle donne perché è ciò che siamo e che conosciamo».
Il contributo maschile alle iniziative dell’associazione, tuttavia, non viene disdegnato, anzi, è molto presente e ben accetto, perché DcomeDonna tiene a promuovere un riferimento alla donna che non sia esclusivo, bensì quanto più inclusivo possibile.
Chiara Valnegri