22 Febbraio 2019

Nella scorsa tornata amministrativa è stato il candidato sindaco più fugace della storia di Segrate. Sostenuto dalla Lega Nord, pochi giorni dopo l’uscita dei manifesti da via Bellerio è arrivato il dietrofront. A livelli più alti era stato trovato l’accordo con Forza Italia: il candidato della coalizione sarebbe stata Tecla Fraschini. E lui, Vittorio Rigamonti, si è fatto da parte con grande signorilità. Tutti poi sappiamo com’è andata, con la vittoria di Paolo Micheli per una manciata di voti. Oggi Rigamonti è capogruppo della Lega in consiglio comunale. Sentiamo cosa ha da  raccontarci, sempre con il suo tono di voce pacato. Urlare non è proprio nel suo dna.
Togliamoci subito il dente: ma questo buco di Bilancio lasciato dalla precedente amministrazione c’è o no? Che idea si è fatto?
«A me pare tutto un enorme spot pubblicitario politico messo in piedi da questa amministrazione. Basti pensare a quanto sbraitavano sul fatto che sarebbe arrivata la Conte dei Conti a fare piazza pulita e, invece, non è ancora successo nulla».
Quindi niente buco?
«Credo qualcosa non fosse stato pagato subito, ma rimandato ai mesi a venire, perché una volta era permesso fare così. Qualche fattura non saldata ci sarà anche, ma mi pare tutto un’esagerazione. E poi c’è la questione Westfield, su cui tutti facevano affidamento anche se ogni anno l’avvio dei lavori veniva rimandato. Chiaro che qualche soldo era stato investito, convinti che arrivasse prima di quanto pare stia accadendo».  
Come sono stati questi quasi 4 anni di opposizione?
«Al di là delle diatribe tra il consigliere Airato e la maggioranza, l’opposizione è pari a zero. Un po’ perché la nostra debolezza è innegabile, ma molto perché non si fa politica. Non si convocano commissioni, ci forniscono documenti all’ultimo momento, ci passano sopra su questioni importanti, come se la nostra opinione non contasse nulla».
Mi fa un esempio?
«Il recente Pums, il Piano urbano della mobilità sostenibile. L’hanno presentato alla cittadinanza in maniera da dare visibiltà al loro operato, ma con noi non c’è stata alcuna discussione. È un modo di operare che personalmente non condivido. E poi i regolamenti. Sono lì a farne sempre di nuovi e sempre complicati. Quello del Verde è formato da 40 pagine. Ma non bastano 4 o 5 punti ben chiari?».
Quindi questa amministrazione la boccia senza appello?
«Ma no, fanno il loro, nonostante una serie di problemi ben evidenti all’interno della coalizione».
Niente brutti voti?
«No. Non mi interessa dare giudizi negativi. Sarà la gente che darà il voto quando si tornerà a votare, in democrazia si fa così».
E del sindaco cosa diciamo?
«Anche se politicamente la pensiamo in maniera diversa, Paolo (lo chiama proprio per nome, ndr) è un amico e si sa difendere bene. Hanno in mano i social e li sanno usare bene, anche per come oscurano l’opposizione. Ma fa parte del gioco, non mi sorprende».
Tra gli assessori c’è qualcuno che stima in particolare?
«De Lotto sicuramente. Lo conosco bene e non posso che parlarne bene. Gli altri li conosco meno. Direi anche Poldi, ma in generale non posso parlare male di nessuno. Stanca, ad  esempio, è un professionista preparatissimo. Solamente che...».  
Solamente che?
«Che sono molto tecnici e poco politici. Vedono le cose in maniera poco elastica, seguono percorsi precisi e non mediano mai. Invece la politica è proprio mediazione. Posso fare un altro esempio, se vuole».
Prego...
«Il Bilancio. È troppo tecnico. Complicatissimo. Per analizzarlo e fare opposizione nel migliore dei modi ci vorrebbe parecchio tempo. Credo che si dovrebbe trovare una sintesi per farlo comprendere meglio, ma purtroppo questo non accade».
E con i consiglieri di maggioranza come sono i rapporti?
«Non sono chiusi. Si parla tranquillamente e trovo anche disponibilità, se devo essere sincero. Però la loro politica è antitetica al mio modo di pensare e questo è un dato di fatto».
Prima accennava al fatto che la minoranza non è considerata, che non la si mette nelle condizioni di lavorare. Ha mai ipotizzato che possa essere una sorta di “vendetta”? Dopo 20 anni di opposizione la voglia di ricambiare con la stessa moneta, visto che anche loro, a suo tempo, denunciavano situazioni simili, non l’ha sfiorata?
«Se fosse così sarebbe un comportamento meschino e conoscendo il sindaco non lo credo possibile. Alessandrini aveva un carattere particolare, ma è innegabile che sia stato un buon sindaco, in grado di ribaltare Segrate. Aveva una visione di insieme che a questa maggioranza manca proprio. Ma non la vedo come un’amministrazione vendicativa».
Cosa la preoccupa, in particolare, se pensa alla Segrate del futuro?
«Sicuramente Westfield, che creerà parecchi problemi. E poi Milano4You che non va avanti. Ero contrarissimo a dare all’operatore una nuova proroga. Il Comune aveva una sola via d’uscita, che erano gli investitori tedeschi, e non l’ha imboccata. E ora chi è disposto a mettere i soldi per sistemare la situazione?».
State già lavorando alle prossime amministrative?
«Ci stiamo incontrando per iniziare i primi ragionamenti. Dobbiamo capire se come centrodestra si andrà insieme o separatamente. Qualche perplessità c’è, ma è tutto prematuro, anche perché dalle segreterie nazionali non sono ancora arrivate indicazioni. E poi dovremo trovare il candidato sindaco giusto».
Che la Lega immagino rivendicherà, a questo giro...
«Sicuramente abbiamo delle aspirazioni, ma dire che lo pretendiamo mi pare troppo».
E sarà lei?
(Ride) «No. Serve una figura giovane, un Micheli del centrodestra. Io non so neppure se mi candiderò a consigliere comunale».
Voltiamo pagina: le piace questa alleanza a livello nazionale M5S-Lega?
«Molto. È la nuova politica, al di fuori dagli schemi. Nel centrodestra e nel centrosinistra ci sono correnti che si combattono, credo sia arrivato il momento di un po’ di mescolanza per creare sangue nuovo».
Se si votasse domani, quindi, vedrebbe di buon occhio un’alleanza?
«Certo. Perché non proseguire con loro?».
Domanda cattiva: se fosse il Pd a dover ridare indietro 49 milioni di euro, cosa direbbe Salvini?
«Credo nulla. Sono situazioni che nascono in modo imponderabile. Abbiamo fatto errori, li risolveremo».
In Abruzzo la Lega ha stravinto. Più contento del risultato o preoccupato dell’astensionismo?
«Salvini è stimato, dice cose e le fa. Questo alla gente piace e credo sia il modo per riportarla alle urne. Va bene vincere, ma con maggiore affluenza è più bello».