Il prevosto don Stefano Rocca

Parole di stima anche dal sindaco Adriano Alessandrini: «Era certamente un faro, forse più per i fedeli che all’interno della Chiesa»

14 Febbraio 2013

La notizia del secolo naturalmente ha lasciato sbigottita anche tutta Segrate. Cattolici, ma anche non credenti, lunedì dopo l’annuncio choc delle dimissioni da Papa di Benedetto XVI non parlavano d’altro. Tutti a interrogarsi sul perché di una simile decisione che nella storia ha solo tre precedenti, l’ultimo più di 600 anni fa. Riflessioni a caldo le hanno fatte anche i sacerdoti delle parrocchie cittadine. Quelli intervistati sono tutti concordi nel dire che il gesto di Papa Ratzinger è stato di grande coraggio, umiltà e intelligenza. Naturalmente la sorpresa c’è stata, inutile negarlo, ma i don dopo un primo momento di sbigottimento hanno subito interpretato favorevolmente le volontà del Pontefice. Don Stefano Rocca (nella foto), prevosto della città e parroco di Segrate centro, si è trovato a dover commentare questa notizia il giorno dopo la festa per l’ordinazione sacerdotale del giovane segratese Stefano Crescenzo: «È stato certamente un gesto inatteso, ma che ha evidenziato un grande coraggio. In questa decisione, che mi ha lasciato frastornato in un primo momento, vedo da parte di Benedetto XVI un enorme senso di responsabilità. Per me un motivo di stima in più. È un uomo cosciente dei propri limiti e del venir meno delle proprie forze che ha avuto il coraggio di fare un passo indietro. Cosa non facile e non da tutti. È un atto che definirei profetico. La Chiesa ha bisogno di una guida in grado di sprigionare tutte le energie necessarie: fisiche, spirituali ed emotive. Il Papa con il suo gesto ha fatto riflettere tutti noi religiosi. Indirettamente ci ha detto che la Chiesa va servita dando il meglio di noi stessi». E don Stefano guarda anche al domani del Papa. Al giorno seguente la storica data del 28 febbraio quando smetterà i panni del Pontefice per ritirarsi a vita privata. «Anche per Benedetto XVI sarà una stagione molto delicata. Spero che tutti sappiano rispettare la sua scelta di vita lontana dai riflettori». Condensata in poche parole, come nel suo stile, la riflessione di don Alberto Lucchina, parroco di Lavanderie: «Una scelta che rispetto. Va bene così». Don Walter Magni, guida della parrocchia Dio Padre di Milano 2, pur essendo fuori sede, non si sottrae dal commentare la decisione del Pontefice: «Appena appresa la notizia sono rimasto molto stupito. Credo che nessuno all’interno della Chiesa si aspettasse una cosa del genere, ma questo atto ci dà l’opportunità di riflettere. Appare fortissimo il coraggio di questo Papa che guardando alla sua fatica fisica e psicologica ha sentito di non poter portare avanti e mantenere un impegno così alto. Ripeto: un grande gesto di coraggio che definirei evangelico, ma anche di spiritualità e umiltà. Benedetto XVI ha dimostrato di essere un uomo serio, sensibile e molto intelligente. Capace di comprendere la sua piccolezza davanti al grande ministero della Chiesa». Parole di ammirazione nei confronti del Papa arrivano anche dal sindaco Adriano Alessandrini che ricorda di essersi insediato in consiglio comunale durante la sua prima legislatura proprio il 19 aprile 2005, giorno dell’elezione di Ratzinger: «Provo un gran dolore perché avevo una stima infinita per l’uomo e per il Papa. Era certamente un faro, forse più per i fedeli che all’interno della Chiesa. Pur essendo un Papa di transizione, per via dell’età, mi è sembrato al posto giusto nel momento giusto. Una persona di pochi compromessi. Forse proprio questa sua rettitudine l’ha portato a questa decisione». 

Alessandro Ferrari