Francesca mentre viene intevistata
23 Maggio 2014

Non poteva che toccare a lei: Francesca da Papa Francesco. Nella delegazione di 16 bambini, scelti per consegnare al Pontefice una copia del libro «Caro Papa ti scrivo...», c’era anche la segratese Francesca Damiani giovane studentessa della scuola Fermi di via Modigliani, pescata tra i tanti candidati per rappresentare la Lombardia in Vaticano. Sono 525 le lettere che gli alunni delle elementari, una classe per ogni regione italiana dalla Valle d’Aosta a Lampedusa passando per Segrate, hanno indirizzato a Bergoglio nell’ambito di un’iniziativa editoriale dell’associazione Cultura & Solidarietà di Milano. Le missive sono state raccolte in volume (la cui prefazione è stata curata da Fulvio Scaparro mentre l’introduzione è stata scritta da don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale di Pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana) e consegnate al Papa nell’udienza del 14 maggio. Ma durante questo appuntamento il Pontefice ha voluto incontrare direttamente gli studenti per rispondere alle loro domande. Ai ragazzi non sono sfuggiti il calore e la semplicità trasmessi in pochi mesi dal Santo Padre argentino, tanto che molti gli hanno scritto chiamandolo «caro amico», indirizzandogli pensieri e domande di ogni genere. C’è chi si è preoccupato per la propria famiglia e ha chiesto a Bergoglio di pregare, ma anche chi ha dimostrato di comprendere le difficoltà legate al suo “mestiere” di Papa: «Quali sono le tue preoccupazioni?», «per fare queste cose avresti bisogno di una bacchetta magica». Poi c’è chi si è semplicemente complimentato e ha espresso tra le righe il proprio apprezzamento: «Lei è una persona Santa, l’ho capito quando ha rifiutato la croce d’oro per quella di ferro». Non sono mancate naturalmente le curiosità («Per quale squadra tifi?», «hai la tv?» o «hai mai incontrato Dio?»), le incursioni nel mondo del sociale («Ti prego occupati dei poveri e degli ammalati») e le preoccupazioni da bambini («Secondo me quando mio papà dice le parolacce a Gesù dispiace»). Ma tutte le lettere hanno un denominatore comune: un affetto inusuale da parte dei ragazzini nei confronti di questo Papa ritenuto speciale e vicino alla gente.