18 Settembre 2020

Mercoledì 16 settembre, la piazza del laghetto dei cigni di Milano 2 si è fatta palcoscenico per Carlo Calenda, in occasione della presentazione del suo nuovo libro dal titolo 'I mostri'. Accolto dai due candidati segratesi di Azione, partito di cui è fondatore e leader, Sara Tettamanzi e Marco Griguolo, e dal sindaco Paolo Micheli, l'ex ministro ha poi accompagnato i tanti cittadini in ascolto tra le più profonde e intricate fila dei problemi che affliggono la politica italiana attuale; cuore di quanto trattato tra le pagine del saggio. Tanti gli argomenti toccati durante la serata e varie le angolazioni dell'analisi politica, ma un messaggio super partes: la democrazia la fanno i cittadini ed è più che mai indispensabile investire sul capitale umano. “I mostri non sono quelli che abbiamo sempre immaginato, non sono gli avversari politici del momento; pensarlo è un modo autoassolutorio di vedere la politica italiana” ha esordito Calenda. “Il vero demone, uno dei tanti ma forse il più duro da combattere, è l'insoddisfazione generale, che poi origina assuefazione, disinteresse, rassegnazione. Nella nostra vita personale ognuno di noi chiede e cerca serietà, capacità, preparazione, competenza, ma poi quando si tratta di affidare nelle mani di qualcuno il nostro Stato, questa cosa non ci interessa, non ci badiamo. Per questo in Italia la politica, etimologicamente l'arte del governo, non è più tale”. Ampio spazio, durante la presentazione, a un tema particolarmente delicato e più che mai caldo in questo momento di ripresa post emergenza sanitaria: l'istruzione. “Qui assistiamo a uno dei paradossi più evidenti nel quale viviamo: come può essere che da un'angolazione personale, a livello di famiglia, l'istruzione dei nostri figli ci sembri giustamente una priorità assoluta, tanto da controllare ogni sera che abbiano finito tutti i compiti, ma poi quello che emerge dai sondaggi è che, tra le richieste fatte dagli italiani alla politica, una buona scuola compaia tra gli ultimi posti? Questo accade perché ormai è radicata in noi l'idea che chiunque governi tanto non riuscirà a sistemare quello che non funziona. Regna una profonda sfiducia, si entra in modalità “fai da te” e quando questo succede, lo Stato come comunità cessa di esistere. È un meccanismo suicida e dobbiamo iniziare a capirlo noi cittadini per non ricommettere gli stessi errori. Non ci possiamo più permettere di lasciar perdere la politica, ognuno di noi nel proprio piccolo, perché l'Italia è più forte di chi la vuole debole” ha concluso, dedicando poi il termine dell'incontro alla personalizzazione delle copie del libro.

Eleonora Pirovano