06 Ottobre 2017

Non solo pubblicità negativa per l’ospedale San Raffaele. Dopo lo spiacevole episodio che l’ha visto finire sulle pagine di tutti i quotidiani nazionali a causa della morte di un paziente sottoposto a trapianto di cuore al San Camillo di Roma, dopo un espianto che era però stato effettuato al nosocomio milanese, in questi giorni è arrivata una bella notizia: l’Unicef e l’Organizzazione mondiale della sanità hanno stabilito che il San Raffaele ha superato lo step 2 per diventare amico dei bambini. Un risultato davvero prestigioso, visto che è il primo tra tutti gli ospedali di Città Metropolitana ad avere raggiunto questo obiettivo. La fase 1 era stata superata quattro anni fa, nel 2013. Si tratta di un progetto che rientra nelle iniziative considerate Best friendly e ha preso il via nel 1992. Lo scopo è quello di promuovere, proteggere e sostenere l’allattamento al seno e il rapporto tra madre, neonato e famiglia fin dai primi istanti di vita. Le fasi per arrivare al traguardo finale sono tre. Tutti gli operatori coinvolti a vari livelli nell’assistenza a puerpere e neonati (medici, ostetriche, puericultrici, infermieri, anestesisti, personale amministrativo e volontari) hanno dimostrato ai valutatori dell’Unicef di possedere conoscenze e competenze specifiche sull’allattamento e sull’alimentazione dei bambini, permettendo così all’ospedale di ottenere il riconoscimento anche di fase 2. «Siamo orgogliosi di questo risultato, ottenuto grazie all’impegno di tutto il nostro personale e alla stretta collaborazione con Ats Città Metropolitana. Vogliamo continuare in questo percorso affinché mamme e bambini possano ricevere la migliore assistenza possibile, in linea con gli standard internazionali che promuove Unicef e siamo pronti per la terza fase della valutazione in programma nel 2018», hanno commentato il dottor Graziano Barera, primario dell’Unità di Neonatologia, Patologia neonatale e di Pediatria, e il professor Massimo Candiani, primario di Ginecologia e Ostetricia.