È nata a Genova, ma da cinque anni, esattamente da quando ha iniziato a lavorare per Mediaset, vive a Segrate. Lei è Aurora Auteri, ha 34 anni e a settembre ha pubblicato insieme a Leone Editore “Un amore appeso a un filo”, il suo primo romanzo. Un’esperienza nata dopo aver già collaborato a diverse monografie cinematografiche. «I temi che affronto in questo libro», spiega Aurora, «sono quelli della disoccupazione, della crisi di coppia ma anche dell’innamoramento, dell’eutanasia e dei fardelli personali che due personaggi si portano segretamente dietro, cercando l’uno nell’altro il proprio punto di equilibrio». Le parole del titolo, “Appeso a un filo”, ci restituiscono l’immagine di uno stato di sospensione, incertezza, smarrimento (ma anche di sopravvivenza) che è quello in cui si dondola il personaggio principale, Maurizio, ma che ancor prima è lo stato emotivo che lo ha generato. E non inganni la classificazione come “romanzo d’amore” perché in realtà la storia, o le storie, che vengono raccontate sono una sorta di cavallo di Troia in cui si nascondono e da cui poi fuoriescono i temi del rimorso e della frustrazione.