24 Maggio 2013

La sezione locale dell’Udc, ago della bilancia nelle ultime votazioni che hanno contato, resta nel limbo. Non in maggioranza, ma nemmeno all’opposizione. In settimana l’ingresso alla corte di Alessandrini di Antona e compagni sembrava cosa fatta: comunicato stampa già pronto,  solo da inviare. Poi qualcosa si è inceppato. Tutto rimandato. Resta il documento, reso pubblico ieri dalla sezione locale di Sel, che avrebbero dovuto controfirmare Indipendenti, Pdl, Lega e Udc con l’avvallo del sindaco. Nella bozza di accordo politico, pare uscita dalla segreteria locale degli scudocrociati, si leggono, oltre alle premesse, ossia che l’Udc ha un programma simile a quello dei partiti che oggi appoggiano Alessandrini e che ha già votato a favore di Pgt, bilanci vari e aliquote Imu, le garanzie future: «L’Udc si impegna fin da ora a far parte della medesima coalizione che chiederà ai cittadini alle prossime amministrative il consenso ponendosi quale coalizione di maggioranza». Quindi uno dei punti che farà più discutere e che la Lega, tramite il capogruppo Donati, ha già bollato come «improponibile»: «Nel caso di presentazione di lista comune o liste separate, ovvero di presentazione di liste aventi un unico candidato sindaco, l’Udc o il gruppo che oggi lo rappresenta in sede locale, indipendentemente dal risultato elettorale riportato, sarà presente nella giunta di governo con un suo rappresentante». Dai vendoliani in versione 007 arriva l’ennesima stoccata: «Questa anomala amministrazione, formata da gruppi nati in corso d’opera per preservare i propri interessi, agisce e pensa a ben altro invece di risolvere i tanti e urgenti problemi segratesi». Ma non è solo l’ingresso dell’Udc in maggioranza a creare malumori nella coalizione di governo, perché la riduzione del numero degli assessori (da otto a sei) chiesto dal sindaco è una patata bollente ancora tutta da risolvere. E le nuove normative in materia di trasparenza della politica spiegate ieri pomeriggio dal segretario generale ai capigruppo (pubblicazione obbligatoria del reddito e dello stato patrimoniale di assessori e consiglieri sul sito del Comune entro il 30 settembre pena multe fino a 10mila euro) stanno già creando parecchi mal di pancia, tanto che c’è chi, sia in maggioranza che all’opposizione, starebbe già meditando di dare l’addio.