22 Aprile 2016

A tirare fuori la questione è stato il capogruppo del M5S Diego Dimalta. Nello scorso consiglio comunale il pentastellato ha presentato un’interrogazione a titolo “Indagine della Corte dei Conti” con cui chiedeva delucidazioni appunto sulle spese di rappresentanza della precedente amministrazione. La risposta di Micheli ha evidenziato che nel quinquennio 2010-14 risultano pagati con la carta di credito a disposizione dell’allora sindaco 23.500 euro presso esercizi commerciali. 8.700 euro erano del 2010 e per questi non risultava ancora l’obbligo della trasmissione dell’elenco alla Corte dei Conti, mentre dei restanti solamente 5.900 euro erano stati inseriti nel prospetto annuale previsto dalla legge e consegnato alla Corte dei Conti che in data 6 aprile ha richiesto la trasmissione della copia della documentazione contabile e bancaria. Questi i fatti. Le reazioni politiche vedono il segretario del Pd, Damiano Dalerba, asserire: «Piena fiducia nella Corte dei Conti che svolgerà le sue verifiche. Sono garantista e per ora non aggiungo altro», mentre Segrate Nostra con un comunicato alza il tiro: «Preoccupa sapere che tra il 2010 e il 2014 siano stati spesi 23.553,25 euro in ristoranti con una carta di credito comunale. Per la maggior parte di queste spese al momento non vi sarebbero documenti giustificativi. Erano davvero tutte necessarie? Chi erano gli “ospiti” di queste iniziative di rappresentanza? Gli uffici comunali sembrano disporre solo di dati parziali. Preoccupa ancora di più il fatto che pare sia stata elusa la trasparenza. La normativa in materia, infatti, prevede che dal 2011 tutte le spese di rappresentanza siano inserite nel prospetto annuale e pubblicate sul sito del Comune. E questo non sempre è avvenuto. Chiediamo all’attuale amministrazione di adempiere agli obblighi circa la trasparenza. Nel frattempo applaudiamo la scelta del sindaco Micheli di aver rinunciato alla carta di credito comunale».