27 Ottobre 2022

Era stato un lavoro di ricerca meticoloso, ma alla fine aveva dato dei risultati incredibili. Il 31enne segratese Mattia Borsotti, si è chiuso per mesi nell’archivio di Stato in via Senato, a Milano, ed è riuscito a individuare 33 nomi di suoi concittadini morti o dispersi in battaglia nella Prima Guerra Mondiale e che non erano riportati sulla lapide del cimitero.
Il 4 novembre 2018 nell’anniversario della fine della guerra, proprio a seguito di questa ricerca, venne posata la nuova lapide aggiornata e adesso, a distanza di 4 anni, esce un libro, all’interno del quale è riportata una tabella riassuntiva con tutte le informazioni raccolte. Inoltre online sono disponibili tutti i documenti reperiti che sono liberamente consultabili e scaricabili. Per accedervi basta utilizzare il QR code che si trova all’interno del libro. La sua prima presentazione è fissata per domenica 30 ottobre, alle 17, presso il Baraonda di via Pacinotti.
«Il testo è un saggio che parla della Prima Guerra Mondiale e di come dalla guerra, dalle condizioni di vita dei soldati e dei lavoratori nelle fabbriche, sia nata di fatto la società totalitaria» spiega Borsotti «Il libro analizza il caso italiano in particolare e si concentra sulla figura di Mussolini interventista e infine dittatore. Nel testo è presente un grande apparato di note e sono citati numerosi documenti storici ufficiali e articoli, come I bollettini di Cadorna e gli scritti di Mussolini nel 1914, di Marinetti nel 1919».