Micheli vuole le studentesse nigeriane libere
23 Maggio 2014

In consiglio comunale è sicuramente tra i più attivi. E da oltre un anno sta provando ad esserlo anche al Pirellone nei panni di consigliere regionale. Lui è Paolo Micheli. In città indossa la casacca di Segrate Nostra, in Lombardia quella del Patto Civico di Ambrosoli. Partiamo da qui.

Come prosegue il lavoro in consiglio regionale?

«Dopo una partenza complicata, perché ho dovuto imparare cose e un linguaggio nuovo e perché questa maggioranza ha iniziato confermando le scelte della giunta Formigoni, oggi qualcosa è cambiato. A differenza di quanto accade in Comune, dove non interessa nulla di quello che dice la minoranza, in aula al Pirellone veniamo ascoltati e possiamo contribuire realmente. In commissione portiamo situazioni migliorative che sono accettate. Nel mio caso, in particolare, sto trovando davvero buoni riscontri». 

Ad esempio?

«La mozione per accelerare i cantieri della Brebemi votata all’unanimità. La prima volta per quanto riguarda il mio gruppo che succede una cosa del genere. Anche i grillini mi hanno detto che si sarebbero astenuti perché hanno percepito il mio impegno e la mia passione. E lo stesso neo assessore alle Infrastrutture, Alberto Cavalli, mi ha confermato che mi terrà aggiornato sulla vicenda».

Come si spiega questo atteggiamento nei suoi confronti?

«Credo che sia per il fatto di essere l’unico rappresentante della Martesana, poi credo mi considerino affidabile su certi temi come quello della difesa del territorio. Mi reputano un interlocutore valido».

Ma il suo impegno al Pirellone non rischia di farle trascurare quello di consigliere comunale? 

«No, anzi. Il fatto che sia diventato, diciamo, un professionista della politica, credo sia un’opportunità oltre che per me anche per Segrate. Credo di poter portare in aula consigliare una competenza aggiunta e informazioni importanti. Ad esempio poche ore fa sono venuto a conoscenza di un bando regionale per gli anziani. La prima cosa che ho fatto è stata quella di girarlo all’assessore Pedroni. Lavorando in questo modo penso che il mio ruolo possa diventare una ricchezza aggiunta». 

Che impegno mette Segrate Nostra per i problemi che vivono i residenti di Milano Santa Monica?

«Noi più che istanze e mozioni, che peraltro la maggioranza non considera, non possiamo fare. Chi vive lì deve ricordarsi che a governare non siamo noi e deve insistere con questa amministrazione. Da parte mia posso dire che i problemi da risolvere sono essenzialmente due: i costi elevati per chi ci abita e il tema dei servizi e la sua messa in sicurezza. Posso però assicurare che se tra un anno il centrosinistra governerà questa città, non ci sono dubbi che la questione Milano Santa Monica sarà tra i tre punti principali dei primi cento giorni».

Il consigliere comunale del Nuovo Centrodestra, Vincenzo Gervasoni, ha chiesto al sindaco di attivarsi per opporsi all’ampliamento del Centro Intermodale. La maggioranza ora vi porta via il lavoro? 

«Fa piacere sapere che con Gervasoni combattiamo la stessa battaglia anche se lui c’è arrivato con quattro anni di ritardo. Ricordo che Gervasoni fa parte della stessa maggioranza che, votando il Pgt, ha deciso di portare Segrate da 35 a 50mila abitanti. E che ha appoggiato il secondo più grande centro commerciale d’Europa con 14mila posti auto. Se ora si rende conto che esiste un problema viabilità nel nostro Comune sono contento. Gli ricordo inoltre che in Regione sarò al suo fianco in questa battaglia». 

Da consigliere regionale quale è il più grande errore che ha fatto?

«Il nostro leader, Umberto Ambrosoli, è riconosciuto da tutti come una persona perbene e di grande carisma. Come gruppo, però, posso dire che un nostro errore è quello di non essere abbastanza perforanti nella comunicazione, mettendo in evidenza le battaglie che portiamo avanti. Nel mio piccolo cerco di farlo sul territorio, ma dobbiamo fare di più. Adesso ci siamo dati un’organizzazione via web, visto che sui media siamo schiacciati da un bipolarismo evidente».

Lei è sempre stato renziano, ma essendo Renzi allora parte minoritaria del Pd, ha preferito simpatizzare da esterno. Ora che i democratici si identificano a tutti gli effetti nell’attuale premier, non crede che anche lei dovrebbe fare una scelta precisa?

«Il mio percorso renziano nasce ancor prima dell’interessamento verso lui da parte dei partiti. Veniamo entrambi dal mondo dello scoutismo dove il premier è sempre stato molto conosciuto. Abbiamo da sempre condiviso gli stessi valori e quando si è proposto per le primarie del Pd non dimentico che disse “prometto sul mio nome di fare del mio meglio”, che è una promessa scout. Detto questo, la mia squadra è all’interno del civismo, il mio percorso è in Cives dove mi riconosco e mi appassiono, il mio leader è Umberto Ambrosoli. Pd e civismo li vedo come due polmoni dello stesso corpo. Insieme fanno respirare meglio il centrosinistra». 

Quindi non ha intenzione di entrare nel Pd? 

«No, posso confermare che non entrerò nel Pd». 

Il prossimo anno a Segrate si voterà per le amministrative. Ha intenzione di candidarsi ancora alla poltrona di sindaco? 

«La mia candidatura non è in campo. Spero semplicemente di offrire il mio contributo e la mia competenza. Come Segrate Nostra presto andremo a incontrare le altre forze di centrosinistra con cui vogliamo discutere su un programma molto chiaro. Noi ci presenteremo con un nostro candidato, vedremo se loro ne hanno un altro da proporci». 

Mi sta dicendo che avete già un nome e che non è il suo? 

«Esatto». 

Immagino non me lo dirà... 

(sorride) «Vero anche questo». 

Si candiderà per il consiglio comunale? 

«In questo momento non è mia intenzione farlo. Se mi sarà chiesto l’impegno lo valuterò».

Crede che questa volta il centrosinistra riuscirà ad andare unito? 

«Ne sono certo. Non ci saranno problemi. Il dato confortante è che da un anno a questa parte tutte le rilevazioni che facciamo confermano che Pd e civismo insieme sono maggioranza a Segrate. Significativo è che alcuni esponenti di centrodestra continuino a contattarci. Forse hanno capito che il vento è cambiato». 

Aperti anche a loro? 

«Non noi. Sarà il programma che unirà la coalizione. E il primo punto sarà la discontinuità rispetto alle scelte urbanistiche scellerate dell’attuale maggioranza. Chiaro che chi l’ha appoggiato o fa un mea culpa oppure...». 

Chi voterà alle europee? 

«Il Pd e darò la mia preferenza a Patrizia Toia. L’ho conosciuta a un incontro organizzato dalle Acli di Segrate, è persona onesta e appassionata. E poi ha sempre spiegato quello che faceva a Bruxelles. In Europa dobbiamo portare persone competenti e forti: il 70% delle leggi votate in Parlamento sono di direzione comunitaria». 

I risultati segratesi saranno uno specchio per le prossime amministrative? 

«Mancheranno le liste civiche, quindi credo non sarà un test attendibile».

Roberto Pegorini