Daniele Casadio di Fronte per Segrate

«Basta sinistra pantofolaia e liberista e destra che pende dalle labbra dei moderati». «L’obiettivo è essere rappresentati in consiglio comunale». «Al prossimo giro vedrei bene Alessandrini sui banchi dell’opposizione»

05 Dicembre 2014

Recentemente ha dichiarato in consiglio comunale di non riconoscere più il collega, Alessandro Seracini, come capogruppo di Fronte per Segrate-Fuori dal coro, di fatto autoproclamandosi leader del movimento nato prima dell’estate. Seracini ha lasciato il gruppo che, per regolamento, ha cessato di esistere in aula. Con Daniele Casadio, ex Pdl, cerchiamo di capire quali siano le strategie dopo questi ribaltoni.
Ma era consapevole che con il suo gesto avrebbe decretato la fine di Fronte per Segrate in aula?
«Certo che lo sapevo. Seracini pensava che non avrei avuto il coraggio di prendere le distanze da lui proprio per questo timore, ma a me non interessava piantare una bandierina in aula. C’è un progetto alla base di Fronte per Segrate che va oltre».
Quali sono stati i dissapori con Seracini che l’hanno spinta a questo gesto?
«Lui ha interpretato la nascita di questo movimento come un giochetto spendibile per avere potere contrattuale, ma fin dall’inizio ero stato chiaro: si andava all’opposizione. Invece lui che fa? Vota la variazione di bilancio e quando c’è qualche argomento che dobbiamo fronteggiare o si astiene o sta a casa. . L’accezione “fuori dal coro” non è stata messa a caso. Significa che non abbiamo più niente a che fare con questa maggioranza. Inoltre abbiamo organizzato il coordinamento cittadino e lui non ha aderito. Un atteggiamento che la dice lunga». 
Quindi qual è il vostro progetto?
«Vogliamo fare qualcosa a destra, ma una destra sociale che non stia con i moderati. Adesso ci sono una serie di partitini che stanno aspettando solo che il moderato di turno tiri loro qualche mollica. Questo non è fare politica nell’interesse dei cittadini, dei giovani e dei lavoratori. È fare una politica che non ci interessa». 
Non esistendo più di fatto in aula consigliare non crede, però, che avrete meno voce in capitolo?
«Stare fuori dal coro comporta anche questo. Il nostro obiettivo non è avere più voce in capitolo, ma fare in modo che questa città sia governata meglio di come lo è oggi».
Insomma vi state preparando per le prossime amministrative?
«Certo che ci stiamo preparando. Con tanto di coordinamnento e pagina Facebook. C’è una grande fetta di elettori che non va alle urne e noi non vogliamo che restino ancora a casa. Crediamo che i loro problemi li possa risolvere una destra sociale e rivoluzionaria e non una sinistra liberista e pantofolaia».
Ma lei nasce a sinistra. Non poteva lavorare per una sinistra sociale invece di una destra?
«La storia è piena di persone che passano da sinistra a destra. La sinistra ha dimostrato di non sapere gestire il governo insieme alla gente. Allora è giusto  guardare a destra. Il primo scossone è stato inferto dal Movimento Cinque Stelle e adesso arriverà il secondo con la Lega Nord di Matteo Salvini».
Sarà lei il candidato sindaco di Fronte per Segrate?
«Dobbiamo ancora mettere insieme tante cose che il candidato sindaco al momento non è pensabile. Comunque abbiamo avviato una serie di contatti con segratesi qualificati per quel ruolo. Vedremo».
Obiettivo?
«Noi vogliamo creare un percorso e sappiamo che ci vuole tempo. Posso assicurarti che non faremo parte di una grande coalizione. L’obiettivo? Essere rappresentati in consiglio comunale».
Fin dall’inizio di questa avventura amministrativa è sempre stato molto critico con questa maggioranza eppure ne è uscito solo negli ultimi mesi. Come mai?
«Ho lavorato all’interno di Forza Italia per farla diventare un partito vero con una gestione territoriale vera. Questa cosa non è accaduta e a quel punto ho preso la mia decisione e ho deciso di creare Fronte per Segrate».
Ma non è stata un’uscita un po’ tardiva?
«Questa maggioranza era nata solo come l’unione di Pdl e Lega, ma se ne sono viste di tutti i colori. Ogni volta ho cercato di mettere una pezza per vedere se portava vantaggi a Forza Italia, ma ho comunque sempre dichiarato di pensare a una destra sociale come soluzione finale. Indipendenti e sindaco hanno, invece, lavorato in direzioni diverse e uscire dalla maggioranza è stato inevitabile».
Sarà pronta Segrate per il dopo Alessandrini?
«Questo sindaco ha curato gli interessi di alcune persone che a suo giudizio erano partecipi dell’amministrazione di Segrate, ma la comunità non cresce in questo modo. Bisogna ascoltarla e soprattutto dire ai cittadini cosa si vuole fare prima e non solo quando i cantieri sono già aperti. Alessandrini non veniva in aula e non si è mai messo nelle condizioni di dirci cosa sarebbe successo. Cambi un senso della strada? Va bene, ma dircelo prima di farlo, no?».
Secondo lei Alessandrini dovrebbe avere ancora un ruolo nelle prossime amministrative?
«Mi auguro che possa sedere in consiglio comunale dietro i banchi dell’opposizione. Vista la sua conoscenza dei meccanismi amministrativi sarebbe una garanzia per la città».
Pd e Indipendenti insieme: scenario possibile?
«Un binomio del genere non credo. Invece penso che all’interno di una coalizione formata da Pd e da altre forze politiche e liste civiche anche gli zanoliani potrebbero trovare il loro spazio».
Lega e M5S saranno aghi della bilancia alle elezioni amministrative?
«Grillini in calo e Lega in crescita, ma di sicuro lo saranno. Anche perché penso che il Carroccio sia proprio tentato di correre da solo».
Si vince al primo turno o ci sarà ballottaggio?
«Questo giro direi che si va al ballottagio».
Come convincere i cittadini che non pensate solo alla poltrona?
«Distruggere i partiti e di conseguenza cancellare le persone legate alle sezioni territoriali è stato un grande errore. Così è stato facile incappare in persone che non tengono alla bandiera. Credo che sia il caso di tornare un attimo indietro se vogliamo riavvicinarci alla gente».
Fra sei mesi la intervisto di nuovo. Parlerò con un consigliere, assessore, sindaco o semplice cittadino?
«Non ho alcuna preoccupazione. Parlerà con uno che crederà ancora che dobbiamo rimettere al centro dei pensieri la famiglia, il lavoro, il commercio e l’Italia. Posso però aggiungere una cosa?».
Prego.
«Consiglio a tutti di fare un’ora al giorno di ginnastica e una di politica. Non si può stare veramente bene se non si dedica tempo al corpo e alla testa. Se si trova spazio per queste due attività si traggono solo benefici e si diventa persone migliori».

Roberto Pegorini