Il sindaco Alessandrini nel suo ufficio

«Ho saputo in viale Monza di un disagio politico. Ma non poteva parlarmene Pedroni?». «Al Pd dico che il dialogo è anche ascoltare». «Con la Lega tutto bene». «Riduzione della giunta? Aspetto proposte»

24 Maggio 2013

Da sei mesi non facciamo una chiacchierata con il primo cittadino. E il momento di sentire nuovamente la sua opinione è arrivato. Carne sul fuoco ce n’è parecchia. Spazio, allora, al sindaco Adriano Alessandrini.

Abbiamo saputo che settimana scorsa è stato in viale Monza al quartiere generale del Pdl, motivo?

«Mi hanno invitato e sono andato volentieri. Strano che Daniele Casadio non sapesse di cosa abbiamo parlato visto che anche lui e Paolo Borlone erano presenti all’incontro... Comunque ho saputo che secondo alcuni consiglieri comunali del Pdl ci sarebbe un problema politico di rappresentanza. Ristrano, però, che nessuno me ne abbia mai parlato. E pensare che in giunta c’è Guido Pedroni, responsabile cittadino del partito».

E lei cosa ha risposto?

«Ho ribadito che sono pronto ad affrontare e risolvere qualsiasi problema possa esserci».

Quale era il suo umore una volta uscito?

«Ero contento. Perché il Pdl ha votato il Bilancio e chi non era d’accordo è rimasto a casa».

Borlone e Casadio hanno parlato di un’assenza concordata col partito, compresi i consiglieri rimasti in aula, per recapitarle un segnale forte...

«Non mi pare che queste siano state le parole del capogruppo Roberto Nardio. Ho sentito solo dire che il Pdl da oggi avrebbe sempre votato compatto».

I due hanno anche detto che se non saranno coinvolti maggiormente il voto del Pdl non sarà più così scontato.

«Questo concetto mi sfugge. Il Pdl è sempre stato coinvolto in ogni decisione. Hanno il coordinatore cittadino in giunta e facciamo costanti riunioni di maggioranza. Più coinvolti di così».

Insomma rimanda le accuse al mittente?

«Ripeto: sono contento dell’atteggiamento che tiene il Pdl. Se qualcuno ha qualche problema non è più semplice che Pedroni me ne parli invece di convocarmi in viale Monza? Forse al loro interno hanno ancora qualcosina da chiarire. E poi mi spieghino loro cosa vuol dire coinvolgerli di più».

Alta cosa emersa: non sarebbe vero che i vertici del Pdl non ascoltano i problemi segratesi, al contrario è lei che spesso rompe i ponti. Cosa risponde?

«Che da quando è cambiata la giunta del Pirellone, sarà un caso, ma devo dire che ho notato un interesse straordinario ai problemi della nostra città. Forse prima qualcuno non aveva nessuna voglia di ascoltare».

Quindi nessuna colpa da parte sua?

«Se è una colpa non frequentare i partiti... In viale Monza sarò andato quattro o cinque volte. A costo di danneggiare il mio futuro politico, credo che un minuto passato lì, sia un minuto sottratto alla città. E poi, più che per il mio carattere, mi piacerebbe essere giudicato per i risultati che ho raggiunto. Sarò spigoloso, ma anche fattivo».

Anche tra gli Indipendenti sembra che ci sia qualche mal di pancia o sbaglio?

«Il problema è che ogni consigliere ha le sue aspirazioni e non sempre si possono soddisfare. In un momento così delicato per il nostro Paese non è possibile fare tutto e subito. Tutti dovrebbero capire che in questo periodo di crisi evidente i risultati che stiamo ottenendo sono più che positivi».

Ma l’Udc entrerà in maggioranza oppure no?

«Mi auguro di sì. Ho chiesto loro di fare un passo definitivo. A me farebbe piacere rispetto a questo “ora voto sì, ora voto no”. Sarebbe un atto coraggioso e credo che tutti i partiti di maggioranza siano d’accordo. Aspetto quanto prima una risposta positiva».

In realtà non mi pare che Lega e parte del Pdl sia concordi...

«Come si fa a dire di no a chi vota a favore del Pgt e del Bilancio? Con quale criterio?».

Sostengono che la coalizione di governo nasca da un patto pre-elettorale.

«La Lega ha perso un pezzo, il Pdl più di uno e questi sono dati di fatto. La politica è fatta anche di cambiamenti. Se l’Udc condivide il nostro programma è giusto che entri in maggioranza».

Va bene. Chiudiamo il cerchio della maggioranza. Con la Lega Nord come va?

«In maniera ottimale. Con i fatti si stanno dimostrando leali. E poi apprezzo molto il vicesindaco Grioni, persona sempre disponibile ad aiutarmi».

Questione giunta e taglio degli assessori. C’è qualche novità?

«Per il momento nessuna. Ho portato al tavolo politico il problema una ventina di giorni fa e ho chiesto ai partiti di trovare una soluzione. Mi hanno detto che ne avrebbero parlato i segretari politici e poi mi avrebbero fatto sapere».

Se non troveranno la quadra toccherà a lei, in quanto sindaco, prendere una decisione. Giusto?

«Dire a qualcuno di andare via non è semplice anche perché molti di loro hanno rinunciato al posto da consigliere, conquistato con le preferenze, per entrare in giunta. Non sarebbe il massimo del fairplay da parte mia dirgli di accomodarsi. Ridurre l’emolumento mi pare sia una soluzione su cui ragionare».

Cosa pensa delle recenti dichiarazioni del segretario del Pd, Dario Giove, che l’accusa di chiedere il dialogo, ma poi di non farsi più sentire?

«Ma cosa dice? Mi pare che sul Pgt abbiamo accolto  alcune loro richieste. Se vuole bere un caffé insieme a me tutti i giorni, così gli sembra di dialogare di più, va bene, lo aspetto. In verità ho anche invitato il Pd a ragionare sul Bilancio. Però non si può pensare che io accolga le loro richieste e poi loro votino contro per paura di sentire pronunciare la parola inciucio. Posso aggiungere un’espressione colorita?».

Prego. 

«A me la parola inciucio ha rotto le palle. Per me dialogare vuol dire anche ascoltare quello che dico. In aula spiego le cose e poi sento consiglieri come Paola Monti che proseguono imperterriti nelle loro elucubrazioni. In minoranza molti confondono il dialogo con l’accettare sempre ogni cosa che propongono loro. Non è così. Noi diamo le indicazioni politiche e poi ci ragioniamo su con tutti quelli che vogliono davvero parlarne».

Si prepara con l’elmetto a questi due ultimi anni di mandato particolarmente pesanti?

«Ma no. Mi preparo per finire le cose che ho iniziato in questi anni e che ho messo nel programma. Soprattutto sulla viabilità, il mio chiodo fisso. Punto almeno a impostarla tutta. Siamo a buon punto. Siamo vicini a chiudere per la variante di via Monzese, abbiamo quasi finito per il tratto che collegherà la 160 alla 15 bis, stiamo lavorando sulla via Fratelli Cervi per chiudere Milano due a nord. E poi dobbiamo fare il senso unico a Lavanderie in via per Redecesio».

Progetto sul quale, sbaglio, o gli abitanti di Redecesio sono contrari? Si chiedono come possono raggiungere la Cassanese se il senso unico sarà in direzione del quartiere...

«Ma qual è il problema? Faranno la tangenzialina. Loro hanno già avuto un vantaggio ora è giusto ridurre il traffico di passaggio anche a Lavanderie».

In Regione il 9 maggio ha preso parte a una riunione che aveva come tema la Viabilità speciale. Può ragguagliarci?

«Finalmente la Regione ha  capito esattamente la nostra posizione che non è un nostro capriccio, ma un problema reale che si sviluppa in tre punti. Il primo è che la Viabilità speciale deve fare funzionare l’Intermodale che attualmente è sotto le sue potenzialità. Il secondo è che presto arriverà la Brebemi e dobbiamo trovare una soluzione. Il terzo è che darebbe il via al centro commerciale al quale si lega il finanziamento per il secondo lotto della stessa arteria. So che i vertici della Regione sono andati a Roma a parlare con la struttura tecnica del ministero. Mi fa piacere come si sta muovendo l’assessore alla Viabilità del Pirellone, Maurizio Del Tenno, e mi fa essere moderatamente ottimista».

Paolo Micheli consigliere regionale è una risorsa anche per Segrate?

«A vedere il suo avvio da consigliere regionale più che una risorsa mi pare che sia una persona che voglia sfruttare la sua posizione al Pirellone per fare dei dispetti a Segrate. Ha presentato un atto con le premesse sbagliate. Ha chiesto se potevamo variare i tempi di un accordo di programma ricevendo la risposta che voleva. Ma noi non abbiamo fatto questo, bensì allungato una convenzione come consentito dalle normative. Perché prima non viene a chiedere a noi certe cose? In questo modo sì che darebbe una mano a Segrate. Per ora, ripeto, non mi sembra davvero interessato a risolvere i problemi della nostra città».

E del fatto che abbia il doppio incarico di consigliere regionale e comunale come ha lasciato intendere recentemente anche in aula Vincenzo Gervasoni degli Indipendenti?

«Mi è indifferente. Il ruolo di consigliere comunale mi pare che non sia così oneroso e poi so che ha rinunciato al gettone di presenza. Bel gesto certo, anche se sarebbe stato molto più interessante se avesse rinunciato a quello più lautamente remunerativo di consigliere regionale... Ad ogni modo, sono contrario ai doppi stipendi e non alle doppie cariche, e lui non rientra in questa categoria».

Da sindaco quale sarebbe l’ultimo atto che vorrebbe fare per Segrate?

«Sono due. Il primo è dare corso al centro commerciale in modo da azzerare l’indebitamento del Comune, compresi alcuni mutui contratti in passato. Il secondo, la realizzazione integrale del Centroparco, facendo in modo che diventi una risorsa fondamentale per la città».

E nel fine settimana inaugurerete la riqualificazione del vecchio-nuovo municipio.

«Siamo molto soddisfatti di restituire alla città un simbolo architettonico così importante creando un vero centro di aggregazione. È stato un lavoraccio, ma abbiamo regalato a Segrate un punto pieno di vita. Presto aggiungeremo anche numerose panchine coperte per poter vivere quest’area anche in estate».

Favorevole all’abolizione dell’Imu?

«Favorevole all’azzeramento dell’Imu sulla prima casa anche se sarei dell’idea di rivedere la classificazione. Chi ha come prima abitazione una villa a venti stanze qualcosa lo dovrebbe pagare. E da questo governo mi aspetto l’unico atto serio che deve fare: restituire integralmente l’Imu ai Comuni, ma non come elargizione. Se farà questo non chiederei più nulla allo Stato e dimezzerei questa imposta alle industrie, capannoni e via dicendo. L’Imu che va a Roma è la vera vergogna».

E dell’eventuale abolizione del Patto di stabilità?

«Prima la voglio vedere davvero. Mi sa tanto di storiella tipo la Salerno-Reggio Calabria».

Staccherà finalmente la spina quest’estate?

«Non l’ho mai staccata da quando sono sindaco e sarà così anche per i prossimi due anni. Farò il solito avanti e indietro per controllare la situazione anche se non ci sono grandi cantieri».

Roberto Pegorini