Botta e risposta al vetriolo tra la Lega Nord e il sindaco Paolo Micheli. Al centro della diatriba, la decisione della società Generali di rinunciare alla riconversione ad uso abitativo dell’ex area Microsoft, posizionata accanto a San Felice. “L’amministrazione comunale sostiene di aver dato un importante contributo al fine di convincere Generali a desistere dall’attuare il progetto originario relativo alla costruzione di nuovi alloggi, portando sul tavolo delle trattative le istanze dei residenti e adottando un atteggiamento prudente che ha certamente favorito la marcia indietro degli operatori. Le cose però non stanno così”, si legge in un comunicato del Carroccio. “Il sindaco Micheli aveva infatti più volte ribadito di non avere gli strumenti per opporsi e che le istanze dei Sanfelicini non sarebbero state accolte, come si può rilevare dal verbale del consiglio del condominio centrale di San Felice del settembre 2016. In realtà Micheli era propenso alla riconversione dell’area, visti gli oneri di urbanizzazione. La realtà è che la rinuncia alla realizzazione del nuovo centro abitativo da parte di Generali è da imputarsi sia alla ferma opposizione dei sanfelicini, nota da tempo e non certo avvalorata dall’attuale amministrazione comunale, sia all’esito sfavorevole della causa intentata dalla stessa Generali contro il condominio centrale di San Felice relativamente all’accesso diretto al quartiere dell’area interessata per mezzo del cancello confinante. Invitiamo, pertanto, l’attuale amministrazione comunale a non prendersi meriti che non ha e soprattutto a non pubblicare su canali istituzionali fake news”. Accusa precisa a cui il sindaco replica con altrettanta fermezza. «La Lega Nord nega alla mia amministrazione ogni merito nella decisione della società Generali di rinunciare a realizzare una nuova area residenziale a ridosso del quartiere di San Felice, un risultato auspicato dai residenti del quartiere e per il quale il condominio centrale si è attivato anche con iniziative legali. La Lega ricorda che nel 2016 avevo fatto presente che non avevamo strumenti amministrativi per opporci a quel piano edilizio. Verissimo. Eppure in questi due anni i lavori non sono iniziati ed è arrivata la rinuncia ufficiale. Forse per la crisi edilizia? Per la difficoltà di reperire finanziamenti? Per gli oroscopi sfavorevoli? Oppure forse anche perché ho incontrato i rappresentanti delle Generali una decina di volte, confrontandomi con manager attenti, ragionevoli e disponibili a valutare le altrui considerazioni? Certamente la sentenza del cancelletto, richiamata dal Carroccio, ha avuto un suo peso ma se, dopo oltre 2 anni di trasparente azione amministrativa del Comune, le Generali hanno aderito a ciò che ho loro insistentemente richiesto dandone comunicazione formale, non posso che esserne lieto ed esprimere la mia soddisfazione».