04 Maggio 2020

L'orologio ha da poche ore scandito l'inizio della Fase Due, primo passo verso la lenta ripresa, e alcuni commercianti di vicinato della città hanno deciso di far sentire immediatamente la propria voce senza perdere un minuto di più. Questa mattina, lunedì 4 maggio, l'ancora intransigente divieto in fatto di assembramenti e cortei non ha impedito loro di scendere simbolicamente in piazza per dare vita a una protesta silenziosa e composta. Ognuno davanti alla vetrina del proprio negozio, con tanto di mascherina e in mano un foglio con un sintetico (ma eloquente) messaggio, nero su bianco: Fateci aprire. Stop alle tasse. “La nostra idea iniziale era quella di organizzare un piccolo flash mob, prevedendo ovviamente il rispetto di tutte le direttive sul distanziamento sociale” ha raccontato Roberto, titolare del salone Glamour. “Abbiamo mandato per tempo la domanda di autorizzazione in procura, ma la richiesta è stata negata e dunque abbiamo optato per una protesta in solitaria, davanti ai nostri negozi, scattandoci delle foto che poi faremo girare sui social”. Un coro virtuale dal retrogusto amaro, che tanto dice sulla situazione critica che i titolari, e non solo, di negozi e boutique si trovano costretti ad affrontare. “Siamo chiusi dall'inizio di marzo e la prospettiva, ad esempio per noi parrucchieri, è quella di restare bloccati almeno fino al primo giugno. I clienti ci sarebbero, e tanti, gli spazi del nostro negozio sono ampi e garantirebbero le distanze necessarie. Anche le norme sanitarie verrebbero senza dubbio rispettate; compreremmo i gel disinfettanti per mani e qualsiasi cosa occorra. Vogliamo solo tornare a lavorare perché stiamo perdendo tanto e, al contrario, tasse, bollette e affitti non abbiamo mai smesso di pagarli. È una situazione che riguarda tanti di noi commercianti, tante famiglie, e non si tratta di sfizi, qui il problema è diventato procurarsi da mangiare” ha concluso Roberto che, a nome di tutti i commercianti che hanno aderito all’iniziativa, spera di ricevere un aiuto prima di tutto proprio dall’amministrazione, magari agendo sulle tasse comunali.

Eleonora Pirovano