25 Gennaio 2019

Non ci prendiamo in giro, la maggior parte delle persone quando sentono la parola “dentista” pensano a strumenti spaventosi e dolori lancinanti. A San Felice, però, lo stereotipo dell’ambulatorio odontoiatrico identificato come luogo di sofferenze è destinato a lasciare spazio a una figura nuova di dottore, dinamico e giovanile, versatile ed estremamente comunicativo. Roberto Micolani, classe 1983, da più di 5 anni ha aperto il suo studio proprio all’ingresso del quartiere e col tempo è riuscito a diventare un punto di riferimento per tutti gli abitanti della zona. «Al momento conto più di 2mila pazienti attivi, per cui capita che arrivo la mattina presto e non vado via prima delle 20», dichiara il dentista. «Non c’è niente da fare, se non fossi perdutamente innamorato del mio lavoro non potrei sostenere questi ritmi». Laureato a Milano, Micolani, dopo una specializzazione in chirurgia presso l’ospedale San Paolo e un master in medicina estetica, ha iniziato occupandosi quasi esclusivamente di chirurgia e collaborando con diversi studi sparsi in tutta Italia. «Da bambino il mio sogno era quello di fare il medico», racconta. «Al momento di scegliere il percorso mi sono buttato in uno dei rami a cui era più difficile accedere: l’odontoiatria. Sono un tipo molto competitivo e adoro le sfide, da qui la mia scelta». Così, nel 2007, il sogno si avvera definitivamente e il giovane diventa dentista. Ma non un dentista qualunque: «Cerco sempre di far valere le mie doti comunicative per creare un ambiente adatto e confortevole. Con i pazienti cerco di non focalizzarmi solo sulla patologia, ma anche sull’individuo nella sua complessità, instaurando un rapporto orizzontale che è da dove derivano le mie più grandi soddisfazioni. Ho anche tantissimi bambini sotto i 13 anni in cura e con loro l’approccio è fondamentale. C’è chi preferisce farli divertire e anche distrarre, magari, con giochi infantili, mentre io tendo a trattarli il più possibile come adulti, spiegandogli i diversi interventi per cui vengono da me, e devo dire che ricevo sempre molta attenzione e grande curiosità da parte loro. Chi entra nel mio studio spaventato lo deve al passato di questo settore nel quale si sono usati per anni strumenti tecnici e pratiche che ormai sono del tutto superate. Con i bambini è bello rapportarsi come se fosse un gioco, ma mi piace spiegargli che è pur sempre un gioco molto serio». Alla sua attività in studio Micolani affianca anche un impegno molto importante in università, la stessa nella quale si è specializzato. «Insegnare in università mi piace moltissimo», spiega il sanfelicino. «Sono stato introdotto nel mondo dei docenti dal mio vecchio professore che, volgendo al termine della sua carriera, ha cercato di coinvolgermi non appena avevo terminato la specializzazione. Che dire? Avere la possibilità di lavorare al fianco di ragazzi entusiasti è una cosa fantastica. Cerco di impostare le mie lezioni in modo che siano completamente coinvolgenti e non del tutto frontali. Per questo mi piace molto portarli in laboratorio e farli assistere a interventi dal vivo. Sono tante le cose che vorrei far capire a chi si approccia a questa professione. In primis, è necessario essere coscienti che il fattore economico non è più centrale come una volta e che, senza la giusta passione, è difficile sopravvivere a un mestiere che ti porta via gran parte di te stesso». Infatti sembra impossibile pensare che un giovane di 30 anni, titolare unico di uno studio che conta migliaia di pazienti e docente universitario, possa avere del tempo libero. «Il poco che ho lo uso per l’altra mia grande passione: i viaggi», risponde l’odontoiatra. «Zaino in spalla, poca pianificazione e si parte per itinerari non convenzionali lontani dal classico turismo. Ho anche pensato di unire il lavoro ai miei viaggi, ma mi piacerebbe non solo curare persone appartenenti ad altre culture ma anche formare nuovi dottori in giro per il mondo. Lo scambio culturale è una cosa preziosissima». Sembra che Micolani abbia trovato l’equilibrio perfetto tra lavoro e interessi personali, ma la verità è che per una persona ambiziosa le sfide non si fermano mai. «È vero, al momento sono molto contento. Ho un lavoro che amo in un quartiere che mi ha sempre accolto al meglio e una ragazza con cui mi piace passare i miei weekend fuori porta, ma il mio sogno è di sicuro quello di far crescere il mio studio, il mio gioiello, per trasformarlo in un centro polispecialistico con altri servizi da offrire ai miei concittadini», conclude il promettente dottore.  
Mattia Rigodanza