27 Gennaio 2017

La reazione non si è fatta attendere. Il giorno dopo la sua uscita dalla giunta, per il ritiro delle deleghe da parte del primo cittadino Micheli, l’ormai ex vicesindaco Manuela Mongili ha confermato che querelerà chi, a suo dire, l’avrebbe diffamata e ha aggiunto che ricorrerà al Tar «per annullare un provvedimento che ritengo illegittimo e per rientrare nelle mie funzioni nella più totale indipendenza». L’esponente del Pd proprio non ci sta ed è intenzionata a fare valere le sue ragioni in tutte le sedi che ritiene opportune. «Innanzititto ringrazio il segretario metropolitano del Pd Pietro Bussolati per la sua sensibilità nell’avere pubblicamente voluto manifestare il suo apprezzamento per la mia correttezza e per la mia azione fattiva amministrativa e politica a favore della città e del partito. È vero che mi era stata proposta una mediazione, ma avendo questa per oggetto la mia reputazione e la mia onorabilità non ho potuto prenderla in considerazione. Su questo tema io sono intransigente». Dopodiché Mongili passa ad analizzare quello che lei definisce un “problema politico”: «Fin dai primi giorni dall’insediamento della giunta venivano fatte circolare voci di rimpasto e minacce di ritiro di deleghe.  A questo problema si connette quello dei consiglieri comunali del Pd che continuavano a lamentare di andare in consiglio comunale e votare provvedimenti, di cui non erano conoscenza e di cui ignoravano anche gli elementi essenziali e i perchè. Come vicesindaco, e come capo delegazione del Pd, è stata mia responsabilità affrontare la questione per risolverla. Con ogni sforzo ho tentato di trovare una soluzione in tempi e modi possibili e giusti, per evitare una caduta rovinosa dell’amministrazione, tanto faticosamente costruita e ancora agli inizi. Ero anche sul punto di trovarla, lavorando su sindaco e assessori e tentando di fare capire che poteva esserci una tutela maggiore per questa giunta usando trasparenza e chiarezza con i partiti che la sostenevano. Ma quando oramai eravamo a una soluzione,  forse al fine di impedirla, la situazione è precipitata, senza che io potessi fare nulla. A farla crollare è stato il comunicato del segretario cittadino del Pd Damiano Dalerba, di fatto a nome del partito, ma senza averlo consultato, facendo balenare l’esistenza di non precisati motivi per sfiduciarmi e chiedere al sindaco la mia destituzione. Questo apriva, anche a mio danno, un pubblico dibattito su miei comportamenti di cui ancora oggi sto chiedendo  precisazioni». E qui Mongili attacca Micheli: «Il sindaco poi ha completato l’opera, senza pretendere un pronunziato ufficiale del Pd e senza avere sentito i suoi consiglieri in un dibattito aperto e un confronto in consiglio comunale». Per l’ex braccio destro del sindaco «Sono tutti comportamenti che vanno vagliati, e che offro alla valutazione del consiglio comunale. Per quanto mi riguarda, non sono convinta che a un eletto dal popolo possa essere tolto il diritto e dovere di rappresentanza dei suoi elettori e di esercizio di controllo sull’operato amministrativo. E sulla base dei motivi indicati dal sindaco per la mia cacciata ricorrerò al Tar per annullare il suo provvedimento».