«Sono una donna concreta e farò parlare i fatti». «Credo abbiano scelto me perché sono segratese, conosco e amo la mia città». «Sicurezza, attenzione all’urbanistica e servizi alla persona sono tra le mie priorità»

24 Aprile 2015

Si potrebbe definire un candidato sindaco last minute. E non certo per colpa sua, chiariamolo subito. Tecla Fraschini alla fine è il nome scelto per l’eventuale successione di Alessandrini, da Forza Italia, Lega Nord e le civiche Partecipazione e Lista Alessandrini. Proviamo a conoscerla meglio e farla conoscere ai segratesi..
Partiamo con una sua breve presentazione?
«Sono nata a Segrate l’8 marzo 1971 e vivo in città da sempre, per dodici anni in centro e successivamente al Villaggio Ambrosiano. Sono separata, ho due figli minorenni e sono impiegata all’Hp Hewlett Packard dove mi occupo di gestione clienti. Questa è la mia prima esperienza in politica anche se per nove anni sono stata nel consiglio di istituto scolastico di Milano due-Rovagnasco come presidente e attualmente sono vice alla Schweitzer e lo considero un po’ come fare politica visto l’impegno e la serietà che richiede».
Poi, però, la discesa vera in campo...
«Esatto. Un anno e mezzo fa ho deciso che avrei voluto impegnarmi in politica e ho contattato Forza Italia. L’ho fatto con l’intento di portare il mio contributo sulla scuola e sui giovani visto che ho seguito anche dei corsi inerenti a questi temi come, ad esempio, uno sul cyberbullismo».
Come mai ha scelto di candidarsi a sindaco?
«In verità la mia idea iniziale era quella di dare un supporto a Segrate ora che ho un pizzico di tempo in più rispetto al passato. Credo, infatti, che se ci si prende l’impegno di fare politica ci voglia grande serietà e disponibilità. E così mi sono proposta per essere inserita nella lista dei candidati al consiglio comunale. Poi le cose si sono evolute diversamente, le forze in campo hanno capito che la coalizione doveva farsi assolutamente e hanno pensato di chiederlo a me. Una candidata segratese per Segrate».
E cosa ha pensato?
«So che mi contestano la poca esperienza, ma ho pensato che questo non deve per forza essere un male. Ho capito che avrei avuto tutto il supporto necessario. Le sfide mi piacciono. Mi sento molto segratese, proprio come Paolo (Micheli, ndr) e credo che entrambi abbiamo accettato di candidarci per questo motivo: il bene che vogliamo alla nostra città».
Non è un segreto che tra Lega e le altre forze ci siano stati attriti. Come pensa di ricompattare la coalizione?
«Ho iniziato a incontrarmi con le forze che mi supportano singolarmente. Mi sono presentata, spiegando quale sarà il mio approccio verso questa avventura e ho chiesto alle persone più esperte della coalizione il loro supporto e la loro collaborazione. In un secondo momento ho intenzione di riunire tutti intorno allo stesso tavolo e spiegherò che voglio coinvolgere tutti nella stessa maniera. Credo che questo sarà il mio tratto innovativo. Prenderò in considerazione i suggerimenti di tutti e cercherò di fare la sintesi migliore per il bene di Segrate».
Sa che il dopo Alessandrini sarà una bella responsabilità, vero?
«Quando arrivi dopo una persona che ha fatto cose importanti sai che devi dimostrare se sarai in grado di mantenere certi standard. La sfida però è quella di migliorare. Certo, ci vorrà un po’ di tempo e comprendo anche lo scetticismo che può esserci adesso, ma sono convinta che lavorando potrò cancellarlo. Alla fine è un patto che vado a fare con le persone e ho intenzione di mantere fede alle promesse che farò anche con un confronto continuo».
La Lega Nord ha detto che Alessandrini voleva un candidato sindaco che gli permettesse di proseguire a governare indirettamente, cosa si sente di replicare?
«Quello che ho detto loro quando li ho incontrati. Non sono Alessandrini, ho il mio modo di vedere le cose e se hanno questo pregiudizio voglio superarlo con il dialogo costante. Sono una neofita della politica, ma non sono una sprovveduta. Se avessi pensato di non essere all’altezza non mi sarei messa in gioco e me ne sarei rimasta a casa. Posso assicurare che non sarò la pedina di nessuno».
Come mai il comunicato ufficiale delle forze che la sostengono è arrivato solo mercoledì?
(sorride) «È vero, voi lo avete scritto prima di tutti. Infatti mi chiamavano per farmi i complimenti dicendo che l’avevano letto sul Folio. In realtà siamo usciti con un attimo di ritardo e quando l’ho capito ho chiesto al coordinatore di Forza Italia locale, Francesco Casella, di velocizzare la cosa. Il piccolo ritardo è stato dovuto al fatto che il comunicato ha voluto redigerlo la sezione provinciale».
So che non avete ancora un programma ufficiale, ma mi elenca tre punti cui lei tiene in maniera particolare?
«In ordine sparso direi la sicurezza, visto che avendo due figli giovani sento questa cosa in maniera particolare. Poi un’attenzione maggiore all’urbanistica cercando di ottimizzare al meglio le iniziative per migliorare le infrastrutture e infine direi i servizi alla persona in ogni loro aspetto. Sono il primo candidato sindaco donna della storia di Segrate e diciamo che la cura della famiglia e del sociale sarà la parte femminile che porterò con me in questa avventura».
Visto che lei è un volto nuovo, come pensa di convincere i segratesi a fidarsi di lei e darle il loro voto?
«Sono una donna concreta e punterò ai fatti. So che manca davvero poco alle elezioni, ma non voglio la fiducia solo in vista delle urne. Spiegherò che voglio completare alcune cose che sono state iniziate e migliorarne altre. In qualche quartiere periferico un pizzico di attenzione in più forse è necessario. Il centro ora è davvero cambiato ed è meraviglioso; vediamo se si possono portare migliorie, ad esempio, anche a Novegro, Redecesio, ma anche al Villaggio Ambrosiano si può fare ancora qualcosa».
Quindi andrà tra le gente a spiegare cosa ha in mente?
«Certo. Andrò a parlare in tutti i quartieri perché la politica è confronto e dialogo. E dirò a loro quanto ho detto agli esponenti della Lega: se do la mia parola le cose si faranno in quel modo e mi adopererò in tutti i modi per mantenere le promesse».
Che campagna elettorale si aspetta? Colpi bassi o molto british?
«Le precedenti le ho vissute solo da fuori e ho notato che le amministrative si differenziano molto dalle politiche perché le persone sentono che si parla proprio del loro futuro. Credo che anche questa volta sarà molto sentita. Personalmente non ho intenzione di alzare i toni e credo che così sarà anche per Micheli. Se qualcuno andrà oltre non saremo noi due. Se comunque sarò attaccata userò toni fermi per replicare, senza andare oltre. Le cose non vanno dette urlando. In questo modo nessuno sente l’altro e non si costruisce nulla».
Ha già citato due volte Micheli: pensa sarete voi due a giocarvela?
«Senza nulla togliere agli altri candidati, penso prorio di sì. Siamo i rappresentanti delle due coalizioni più importanti e i numeri ci sostengono».
Sarebbe disposta a partecipare a dei faccia a faccia con gli altri candidati?
«Di questo preferirei prima parlarne con le forze politiche che mi appoggiano. Da parte mia posso dire che se sono dibattiti organizzati in maniera corretta non ho nulla contro. Se possono servire a fare capire alla gente le nostre posizioni, perché no?».  
Che risultato si aspetta?

«Credo di poter vincere. Non sono una di quelle che pensano che partecipare è bello. Spero di farlo al primo turno anche se la data del voto, con ponte annesso, e i tanti candidati sindaco presenti fanno più pensare a un ballottaggio».
Sincera, quando la sera arriva a casa dopo una giornata intensa, non pensa mai: chi me l’ha fatto fare?
«Quando mi ritrovo sola mi dico che comunque andrà questa cosa mi ha cambiato e mi cambierà la vita. È un’esperienza che non tutti possono fare. È un privilegio. E penso che potrebbe diventare un vero e proprio mestiere».

Roberto Pegorini