07 Febbraio 2020

Ci sono voluti più di 8 mesi, ma i rapinatori che lo scorso 18 maggio presero d’assalto la gioielleria di via Roma, portando via preziosi per un valore di 30mila euro, sono stati assicurati alla giustizia. Si tratta di due napoletani, Domenico, T. 37enne attualmente ai domiciliari, e Luigi A., 29enne attualmente in carcere per un’altra rapina. A risalire ai due sono stati i carabinieri della sezione operativa, coordinata dal tenente Valerio Azzone, della compagnia di San Donato Milanese, comandata dal maggiore Antonio Ruotolo. Indagini che hanno richiesto un meticoloso lavoro per ricostruire gli spostamenti dei due malviventi, che quella mattina di maggio fuggirono dalla gioielleria a bordo di una Fiat Uno, risultata rubata a Villongo, in provincia di Bergamo. I due malviventi si sbarazzarono della vettura a Peschiera Borromeo, in un luogo appartato nel quartiere di Mirazzano, proseguendo la fuga su una Mercedes “pulita”, presa a noleggio da Domenico T. Quando i carabinieri ritrovarono la Fiat, decisero di controllare anche un boschetto che distava una cinquantina di metri dal parcheggio e, nascosti in un cespuglio, trovarono i vestiti usati per la rapina. Sia gli indumenti che la vettura furono messi a disposizione dei Ris di Parma, che dopo una serie di analisi, sono riusciti a risalire ai due malviventi. A incastrarli è stato il DNA. I due dovranno rispondere di rapina aggravata e ricettazione. La mattina del colpo i due balordi, che sono sospettati di aver compiuto altre rapine con lo stesso modus operandi in altri Comuni sparsi in tutta Italia come Follonica, Ascoli Piceno e Urbino, entrarono in gioielleria in due momenti distinti. Luigi A. impugnò subito una pistola. La dipendente della gioielleria fuggì nel retro, inseguita da Domenico T., mentre il suo complice puntò l’arma sulla tempia del titolare, un 76enne che, coraggiosamente, tenne un atteggiamento passivo, ma non rinunciatario, non facendosi legare i polsi. Dopo aver arraffato più gioielli possibili i due tornarono a Peschiera, dove avevano lasciato la Mercedes e successivamente a Napoli, la loro base.