Il comandante Giona nel suo ufficio ha un tappeto stile Csi

«Vi sfido a trovare una mia dichiarazione sulla apertura del rondò il 10 settembre». «Siamo sotto organico, ma sempre meglio di altri Comuni». «Segrate merita il quarto turno». «Non siamo solo quelli che fanno multe»

09 Novembre 2012

Comandante della polizia locale nonché dirigente del settore Trasporti. Lorenzo Giona ci apre le porte del suo ufficio in via Modigliani e accetta di fare una lunga chiacchierata sottoponendosi al fuoco incrociato delle nostre domande. Partiamo.

Innanzitutto il solito resoconto: i numeri attuali dell’organico della polizia locale?

«Compreso il sottoscritto e gli amministrativi siamo in sessanta. Purtroppo le norme non ci permettono di fare ulteriori investimenti sul personale».

Quindi siete sotto organico?

«Sì, ma non esiste un Comune che non lo sia. Il nostro, anzi, ha fatto sforzi lodevoli per cercare di ridurre al massimo i disagi. Nei comuni limitrofi si parla di un vigile ogni 800/1000 abitanti. Noi ne abbiamo uno ogni cinquecento».

Anche i mezzi in dotazione non sono sufficienti?

«Vista la cosiddetta spending review non sono stati fatti investimenti su auto o apparecchiature, anche perché quanto abbiamo in dotazione è efficiente e la nostra tecnologia è molto avanzata. Per il prossimo anno, comunque, credo che dovremo fare alcune valutazioni e fare qualche acquisto mirato».

È più difficile fare il ghisa oggi o una decina d’anni fa?

«Al giorno d’oggi le aspettative delle persone sono più alte così come le problematiche sono maggiori. È cambiato anche l’approccio e l’avvicinamento dei cittadini alle questioni legate al territorio in cui vivono in rapporto ai nuovi mezzi di comunicazione, come internet, che li coinvolgono sempre in numero maggiore. Diventa inevitabile dover dare risposte più incisive.  E poi c’è una continua revisione del codice della strada e nuove normative. Nel complesso direi proprio che è molto più complicato fare il vigile oggi».

Nello specifico come è il rapporto vigile-cittadino di Segrate?

«I segratesi sono molto esigenti ed è giusto che sia così. La nostra città si vanta di essere un’eccellenza e di fornire servizi all’avanguardia, quindi le aspettative dei cittadini sono notevoli. Certo il rapporto a volte è difficile e complicato anche perché siamo visti solo come quelli che vanno a toccare il loro portafoglio e basta. Spesso ci sono disconosciuti una serie di lavori che non sono legati alle multe o al traffico quando in realtà abbiamo numerosi altri compiti. Ma oramai ne siamo consapevoli e ne prendiamo atto anche se vorremmo che questa percezione cambiasse».

Entriamo nel vivo delle questioni d’attualità. Rotonda sulla Rivoltana: che si fa?

«Premesso che stiamo parlando di una strada provinciale dove, anche se in questo momento quel tratto è in gestione alla Brebemi, non abbiamo poteri per emettere ordinanze, al momento resta tutto com’è. Noi abbiamo espresso un parere di pericolosità che è sotto gli occhi di tutti».

In futuro quindi?

«Siamo fiduciosi che, come ci hanno assicurato i vertici della Brebemi, la rotatoria definitiva con il sovrappasso sia conclusa entro la primavera del 2013. Nel frattempo ci hanno garantito che non verrà preclusa la possibilità di fare inversione a Tregarezzo e a Pioltello. È bene ricordare che stiamo facendo tutto questo per la sicurezza degli automobilisti».

Ma non si poteva capire già prima di quel famoso 10 settembre, data prevista di apertura della rotonda, che sarebbe stata troppo pericolosa?

«Personalmente posso dire che sfido chiunque a trovare una mia dichiarazione dove dicevo che la rotonda sarebbe stata aperta quel giorno. Quando mi è stato chiesto un parere per il 10 settembre, l’ho dato ed è stato contrario. Non è vincolante, ma se qualcuno la volesse aprire metta la sua firma e faccia pure. Secondo me ci scappa il morto».

Ok, ma era impossibile a lavori in corso rendersi conto che non avrebbe funzionato?

«Un conto è vedere il progetto sulla carta, altra cosa è vederlo realizzato. Ad ogni modo in tempi non sospetti io ho proposto l’installazione di un semaforo, ma la Provincia ha risposto sempre picche...».

Ma il traffico ha creato disagi da quando il sovrappasso è stato demolito?

«Si pensava che il cantiere avrebbe portato maggiore caos, in realtà lo scorrimento è fluido. Certo, se succede un incidente non ci sono vie di fuga e si crea la paralisi di tutte le arterie, ma stiamo parlando di un caso limite».

Passiamo alla Cassanese. Ora che le rotonde sono concluse, funziona tutto bene? I pericoli sono rientrati?

«Proprio stamane (lunedì, ndr) abbiamo chiuso l’attraversamento pedonale all’altezza della passerella così chi vorrà attraversare la Cassanese dovrà usare il cavalcavia e a ore toglieremo anche il semaforo. In questo modo la viabilità sarà a posto definitivamente. In quanto alla pericolosità delle rotonde fino a poco tempo fa... in realtà la strada era pericolosa se non si rispettavano i limiti di cantiere. Domanda: se indichiamo di andare a 40 all’ora e si arriva a 80 l’incidente è perché la rotonda non è idonea o perché l’automobilista è indisciplinato?».

Attualmente quanti sono i vigili di quartiere?

«Cinque. San Felice, Novegro, Milano due, Segrate Centro e Redecesio».

Un bilancio su questa figura?

«Direi positivo. Il vigile di quartiere ha una logica diversa rispetto alla classica pattuglia. È un punto di riferimento, prende segnalazioni, fa anche accertamenti anagrafici. Ha una serie di impegni notevoli. Se qualcuno lo pensa come il Bobby inglese fermo come un palo si sbaglia di grosso. Spesso non risolve le problematiche personalmente, ma le gira alla pattuglia in servizio che interviene. È una figura utilissima».

Recentemente abbiamo mostrato con dati precisi e certi che la sosta con disco orario a Segrate non è rispettata...

«La zona dove il disco orario è particolarmente diffuso è il centro commerciale di San Felice. È un progetto del condominio centrale dove noi, proprio per la situazione complessa di quel quartiere, avevamo espresso le nostre perplessità non recepite. A noi non resta che farlo rispettare, ma abbiamo scelto di non esasperare gli animi con interventi continui e massicci».

Il quarto turno è sparito, come mai?

«Per il momento abbiamo prolungato il servizio di sabato fino alle due di notte e la domenica fino alle dieci di sera. Il quarto turno è momentaneamente sospeso in attesa di alcune valutazioni e verifiche anche in rapporto all’organico che, è giusto ricordarlo, tra un anno e mezzo dovrebbe perdere sedici agenti che hanno un contratto a tempo determinato».

Ma, sinceramente, serviva?

«Le chiamate e gli interventi erano davvero pochi, ma personalmente credo che una città come Segrate meriti il quarto turno e la conseguente copertura notturna. Il fatto è che in questo momento significherebbe togliere dodici unità operative durante il giorno e non possiamo permettercelo».

Quali sono le violazioni più frequenti in cui incappano gli automobilisti segratesi?

«I divieti di sosta, ovviamente la fanno da padrone come in tutti i Comuni. Noi abbiamo come peculiarità numerosi interventi sui mezzi pesanti che circolano sul territorio. Abbiamo anche in dotazione un cronotachigrafo particolare che ricostruisce addirittura l’utilizzo del mezzo nell’ultimo mese».

E le multe per eccesso di velocità?

«Le strade a scorrimento veloce che dobbiamo gestire sono molte. Ma dobbiamo far capire agli automobilisti che non ci mettiamo in dati punti a rilevare la velocità per fare cassa, ma perché in quelle vie si registrano numerosi incidenti proprio per il piede pesante sull’acceleratore. È un discorso sempre legato alla sicurezza del cittadino».

È vero che avete un agente che parla perfino il cinese?

«Verissimo. Ma anche russo, tedesco e altre lingue del nord Europa».

C’è un progetto che vorresti vedere realizzato?

«Sui servizi mi pare che siamo all’avanguardia. E allora, per tornare anche al discorso iniziale, mi piacerebbe riuscire a invertire una certa considerazione che a volte la gente ha della polizia locale. Non vederci come una figura negativa che punta al loro portafoglio, ma come persone che lavorano per la loro sicurezza sulla strada. Sarebbe bello che queste persone oltre a criticarci iniziassero a collaborare con noi».

Facciamo il punto sulla vicenda Lucchini-Artoni?

«È sempre più complicata. Di fatto l’attività è cessata e c’è la richiesta di concordato preventivo. Nel frattempo è subentrata una seconda azienda, la Edil Bianchi. Dobbiamo capire se è una nuova attività o una voltura perché cambierebbe molto. Intanto monitoriamo costantemente l’azienda e siamo in stretto contatto con la Procura. E devo dire che non è vero che l’amministrazione comunale è assente. Si è sempre mossa usando i canali istituzionali».

Un’ultima domanda. Come dirigente dei trasporti ci dice quando la linea 38 dell’Atm arriverà a Novegro?

«Due settimane fa abbiamo incontrato i vertici di Milano. Il sì verbale è arrivato ora aspettiamo che si traduca sugli atti. Se così sarà, con il nuovo anno la 38 girerà nel quartiere».

Roberto Pegorini