11 Settembre 2020

All’ultimo secondo è arrivata anche la sua candidatura a sindaco. La sesta. Stiamo parlando di Claudio Gasparini, 64 anni, volto noto soprattutto a Novegro, sostenuto dalla lista civica Liberal Segrate.

Partiamo con una sua breve presentazione?

«Sono novegrino da sempre e attualmente sono pensionato. Ho collaborato con il mondo sportivo delle Acli. Dal 2010 organizzo i campionati di calcio amatoriali, per 16 anni sono stato consigliere provinciale Acli, per 8 regionale e per 4 nazionale e presidente della commissione disciplinare. In passato sono stato presidente del consiglio di istituto di Novegro-San Felice. Da sempre mi spiendo nel sociale per il quartiere, mentre a livello politico la mia prima esperienza è di 10 anni fa, eletto come consigliere comunale nel Pdl, con 150 voti, e in seguito sono passato agli Indipendenti, appoggiando sempre l’allora sindaco Alessandrini».

E adesso questa nuova esperienza con Liberal Segrate, di cui è il candidato sindaco. Ci racconta come è andata?

«A luglio sono stato contattato da Angelo Vivio che mi ha raccontato il suo progetto civico, a cui lavorava da tempo. Mi ha chiesto se volessi essere il loro candidato sindaco e dopo 48 ore di riflessione ho accettato, spronato anche da tanti amici, convinto di poter fare bene per la mia città e per il mio quartiere».

Lei era ancora in Forza Italia?

«No, da qualche mese ne ero uscito, poco convinto di alcune scelte. Pensavo che la mia carriera politica fosse al capolinea e invece mi si è presentata questa opportunità con una lista politicamente inesperta, ma con tanti giovani motivati e carichi».

A Novegro si presuppone lei abbia terreno fertile. Per quanto riguarda il resto del territorio, invece?

«È vero, a Novegro sanno chi sono, la sfida sarà farlo capire anche agli altri segratesi. Mi ci dedicherò con  passione e spontaneità, la gente imparerà a conoscermi in fretta».

Se guardiamo la composizione di Liberal Segrate, è piuttosto evidente che nasca da una scissione della civica I like Segrate…

«Io sono arrivato che Liberal Segrate di fatto era già nata. Per quanto ne so io Figini (attuale leader di I like Segrate, ndr) ha scelto di creare una lista unendosi con altre forze. Quello che posso dire è che noi come lista siamo apartitici e non vogliamo essere etichettati come di centrodestra o centrosinistra. Vogliamo rappresentare chi non riesce a identificarsi nei partiti classici oppure ne è rimasto deluso».

Il vostro programma ha tre punti principali. Vuole illustrarceli?

«Certo, sono sport, commercio e tutela delle fasce deboli».

Partiamo dallo sport?

«All’età di 13 anni il 65% dei giovani smette di fare sport perché la società sceglie chi va avanti e chi no. È assurdo che a quell’età non si venga bocciati a scuola ma nello sport sì. Noi abbiamo il dovere di porre rimedio a una situazione del genere. I nostri ragazzi non possono essere esclusi perché questo è il primo passo per vederli in strada, e il secondo è che poi fanno stupidate».

Poi abbiamo il commercio...

«E qui le persone che sono con me in lista sono decisamente più ferrate. Io ho fatto mie le loro idee, che condivido al 100%. Serve un maggiore coinvolgimento del commercio locale. Bisogna organizzare feste, portare iniziative in strada, fare in modo che la gente viva i negozi di vicinato nella maniera corretta. C’è un tessuto importante che non va abbandonato».

A proposito di commercio, qui abbiamo Westfield che continua a non decollare. È un bene per il commercio locale, quindi?

«È un tema delicato perché se Westfield si tirasse definitivamente indietro temo ci sarebbero oneri da restituire e non credo che le casse del Comune possano permetterselo. Io ammetto di frequentare i centri commerciali, ma li vedo sempre più vuoti. L’arrivo di Westfield, però, sarebbe un valore aggiunto per migliorare la viabilità e per i posti di lavoro, che hanno assicurato ci saranno. Però sappiamo che potrebbe accentuare la crisi del commercio locale. È una questione spinosa, si dovrà lavorare per non lasciare i nostri negozianti in balia degli eventi».

Tornando al vostro programma, troviamo infine le fasce più deboli.

«Partendo dagli anziani, che se non hanno figli spesso sono abbandonati a loro stessi. Parliamo di persone che hanno dato tantissimo alla comunità e che ora si trovano ai margini e sono trattate come codici fiscali. Una cosa che non possiamo accettare. Per loro abbiamo alcune idee che proporremo. Ne cito una: un ufficio mobile che vada nei quartieri e li aiuti a compiere le loro pratiche. E poi ci sono le persone disabili. Le famiglie sono supportate fino al compimento del 18esimo anno, poi vengono lasciate allo sbando e non va bene».

Tutti parlano anche di ambiente e sicurezza. Voi cosa dite su questi due temi?

«Tutti vogliono il verde e la sicurezza, è scontato. Chiaro che anche noi siamo contro l’edificazione e siamo più favorevoli alla riqualificazione dei capannoni abbandonati».

E sulla sicurezza?

«So che ci sono problemi, in particolare a Segrate centro. Le telecamere vanno bene, ma serve che il territorio sia pattugliato. E comunque devo ammettere che il grado di pericolosità di Segrate mi sembra identico da tanti anni e non solo con questa amministrazione».

Cosa non vi ha convinto dell’attuale amministrazione?

«Non ci presentiamo contro Micheli. Sappiamo che quando sei dentro le logiche di partito devi sottostare a regole. L’ho vissuto anche io quando ero consigliere comunale con il centrodestra. Chiaro che pensiamo che questa amministrazione poteva fare meglio, ma non siamo prevenuti. Quello che mi ha convinto meno è una certa distanza che creatasi tra il palazzo e il cittadino. Bisogna essere il sindaco di tutti, ma è un difetto che ho riscontrato anche nella precedente amministrazione Alessandrini».

C’è invece qualcosa che vi ha convinto?

«Mah, non saprei. Sinceramente negli ultimi 7 anni, quindi anche 2 della giunta precedente, ho visto pochi cambiamenti e poche idee».

Come giudica la gestione dell’emergenza sanitaria?

«I 3 mesi di lockdown secondo me sono stati gestiti con la giusta intelligenza e non era per nulla facile. Chiaro che con il senno di poi, magari si poteva fare qualcosa d’altro, ma l’amministrazione ha agito bene, davanti a una situazione completamente nuova e gravissima. Era impossibile essere totalmente pronti, ammettiamolo».

Le elezioni rinviate di 3 mesi avvantaggeranno qualcuno?

«Forse le liste civiche. E credo che aumenterà l’astensionismo perché la gente ha altri problemi per la testa».

In una competizione si corre sempre per vincere. Quale sarà la vittoria di Liberal Segrate?

«Portare in consiglio comunale uno o più esponenti».

Al ballottaggio darete indicazione di voto?

«Sì, dopo aver valutato i programmi e le persone».

Ultima cosa: il 21 settembre, a seggi chiusi, Gasparini cosa farà?

«Sarà contento in ogni caso. Essere scelto da un gruppo di segratesi per rappresentarli è motivo di orgoglio».