Ottobre 2007: la Gdf sequestra i T-Red

Per Alessandrini la Procura invoca un anno di reclusione

25 Ottobre 2013

Tra la data di attivazione delle telecamere T-Red, era il 16 novembre del 2006, alla pronuncia della sentenza di primo grado attesa per il 6 o il 13 novembre, passeranno 7 anni. Ottantaquattro mesi in cui si è detto e scritto di tutto di quelle 5 macchinette che in undici mesi di attività (vennero sequestrate dalla guardia di finanza giovedì 18 ottobre 2007) fotografarono 34.500 automobilisti mentre passavano col semaforo rosso sulla Cassanese. Mercoledì scorso a un anno e otto mesi dal rinvio a giudizio, il pm Alfredo Robledo (oggi procuratore aggiunto di Milano) ha chiesto sette condanne. Nel mirino dell’accusa anche il sindaco Alessandrini, a cui in chiusura di indagini nell’aprile del 2010 venne contestato il reato d’abuso d’ufficio. Per il primo cittadino la Procura ha chiesto un anno di reclusione e il pagamento di mille euro di multa. Un anno e sei mesi, invece, per il comandante della polizia locale Lorenzo Giona (più 2mila euro di multa) e un anno e mille euro per il suo vice Dario Zanchetta accusati anche di turbativa d’asta. Più pesanti le richieste di condanna per gli altri quattro imputati su cui pesa anche l’associazione a delinquere. Per Cairoli patron della Citiesse, la ditta che distribuiva in esclusiva i T-Red, Robledo vorrebbe 5 anni e 5 mesi, per Astorri, rappresentante della segratese Scae (ditta che si aggiudicò la gara con la formula semplificata del cottimo fiduciario) 3 anni, così come per Tysserand della Tecnotraffico, mentre 4 anni a Zari della Centro Servizi. Sotto la lente della Procura è finito tutto l’iter burocratico che portò all’installazione delle telecamere, accese come venne spiegato allora per motivi di sicurezza su una delle arterie cittadine più incidentate, che produssero a Segrate una vera e propria insurrezione del popolo dei multati. Giovani, anziani, uomini e donne finirono in quella che in tanti hanno definito una vera e propria «trappola» che a botte di 148 euro a multa (più 17 di notifica) e sei punti in meno sulla patente pizzicò anche quegli automobilisti che ben sapevano dell’installazione di questi dispositivi. Le indagini partirono a seguito di un esposto presentato da 143 cittadini, oggi difesi dall’avvocato Francesca Fuso, che denunciarono presunte irregolarità, poi si espansero a macchia d’olio anche in altri comuni d’Italia che avevano installato i medesimi dispositivi. Mercoledì mattina in tribunale si sono tenute le arringhe degli avvocati difensori e delle parti civili. Intanto in città si è tornati a parlare di risarcimenti ai multati. A chiedere che fine abbiano fatto i soldi accantonati nel bilancio dal Comune sono i rappresentanti di Sel: «Denaro di cui però nei conti pubblici non troviamo traccia».