16 Giugno 2017

Scuola finita? Non proprio. Per tre studenti del liceo scentifico Machiavelli gli ultimi giorni sono stati spesi nella nostra redazione in virtù del progetto “alternanza scuola lavoro”. Come è andata? Lasciamo la parola a loro. Partiamo.


“Alternanza scuola lavoro mi suonava come qualcosa di lontano, quasi un po’ astratto. Quando poi ho scoperto dove avrei passato queste due settimane a stretto contatto con il mondo del lavoro, ossia nella redazione di inFolio, edito dalla società Ediesse, non sapevo cosa aspettarmi. Tuttavia ero carica di curiosità ed energia. Nella redazione c’è un clima disteso, cordiale, quasi informale: i collaboratori non sono numerosi, ma ognuno ricopre più ruoli, sempre pronti a venirsi incontro per riuscire a dare il meglio, numero dopo numero, evento dopo evento. Proprio come in una famiglia, in cui l’entusiasmo per il proprio lavoro è dilagante e contagioso. E così sono stata contagiata anche io, e in due settimane, sperimentando sul campo, c’è stato un riscontro decisamente positivo, sia dal punto di vista delle competenze, che delle abilità. Ho avuto modo di vedere e prendere parte all’uscita di un numero, in cui è apparsa perfino un articolo a mia firma. Inoltre collaborare per organizzare e realizzare l’evento Soloperoggi mi ha reso davvero orgogliosa. L’esperienza ha portato un arricchimento personale notevole: da persona chiusa e riservata quale sono, nel bel mezzo di una redazione mi sono scoperta entusiasta, cordiale, carismatica. Sono rimasta a dir poco affascinata da come l’arte della comunicazione prenda forma nei più svariati modi, e di quanti questi possano effettivamente essere”.
Giulia Montoli, 3E

“Devo ammettere che prima di affrontare questa avventura non avrei mai pensato che al termine sarei stato così soddisfatto. Ho sempre pensato, durante l’anno, all’idea dell’alternanza come un motivo di stress, un ostacolo che dovevo superare senza molta voglia ed energia. Giorno dopo giorno, invece, ho vissuto l’esperienza con entusiasmo, riuscendo a divertirmi e, al tempo stesso, imparare. La redazione mi ha offerto la possibilità di mettermi in gioco e di farmi sentire all’interno di una squadra, una cosa che sicuramente non è scontata data la mia totale inesperienza nel mondo del giornalismo e in quello del lavoro. Mi ritengo fortunato di aver svolto il mio percorso in questa struttura. So, infatti, di molti miei compagni che spesso si sono lamentati per avere svolto sempre le stesse azioni mentre io sono stato messo alla prova in varie attività totalmente differenti tra loro che hanno reso più interessante e vivace questo lavoro. La differenza è stata fatta sicuramente dalle persone con cui ho passato queste due settimane, in grado di essere serie e spiritose nei giusti momenti e di guidarmi allo stesso tempo nel mio percorso nonostante avessero molti altri pensieri per la testa. L’alternanza scuola-lavoro ha poco a che fare con il programma scolastico, ma offre un’immagine importante per far capire a noi ragazzi cosa significhi il mondo del lavoro. Ritengo che, se fatte in modo appropriato, risultino 80 ore necessarie nel percorso scolastico di una persona”.
Davide Selva, 3D

“La settimana scorsa ho terminato l’esperienza di alternanza scuola lavoro e posso dire di avere fatto proprio tutto. Una cosa in particolare ho capito: la verità è difficile da estrapolare e bisogna sempre inseguirla, come un obiettivo o un ideale. Nulla arriva già pronto, ma bisogna impegnarsi con ogni mezzo per raccogliere risultati effettivi. Ho ancora tanto da imparare, quasi tutto, ma nel frattempo ho riscoperto la potenzialità della parola scritta, che poi viene pronunciata, compresa e fraintesa. Mi sono messa in gioco perché altrimenti credo davvero che non avrei vissuto così bene questo periodo. Ho avuto l’opportunità di muovermi ed esprimermi, non solo di osservare, e penso che noi tre siamo stati fortunati, perché saremmo potuti capitare a svolgere lavoretti monotoni da ufficio, invece siamo finiti in una “gabbia di pazzi”, che si sono fidati di noi, coinvolgendoci nella loro follia. È stato divertente, non solo lavorarci insieme, ma anche parlarci e probabilmente è di questo che sono più contenta: a prescindere dalle varie attività che ho svolto, mi sono trovata a mio agio tra le persone. Prima di incominciare il progetto ero un po’ scettica. Ora ho capito che il suo scopo non è semplicemente lanciarci nel mondo dei lavoratori, ma scaraventarci proprio nel mondo reale. Finalmente sono riuscita a uscire dal mio universo su misura per esplorare una galassia del tutto nuova. L’ho trovato un mestiere affascinante, di cui mi piacerebbe approfondire la conoscenza, e non lo escludo tra le possibilità future”.
Chiara Valnegri 3E