25 Settembre 2020

È l’alba del giorno dopo; a poche ore dai risultati delle amministrative, anche Claudio Viganò, presentatosi in corsa solitaria come candidato sindaco per Lega Federalisti Segrate, riconfermando la scelta di 5 anni fa, analizza il voto che l’ha visto ottenere 608 preferenze, pari al 3,49%. «Personalmente lo considero un esito validissimo, perché sono riuscito a mantenere intatti tutti i voti della scorsa tornata elettorale, pur avendo fatto un cambio molto drastico per quanto riguarda i candidati in lista» ha commentato, ribadendo la convinzione di aver preso la decisione giusta nel non tradire la propria fede politica. «Certo, l’obiettivo auspicato era quello di entrare in minoranza, ma a conti fatti mi aspettavo una vittoria di Paolo Micheli al primo turno. Nonostante questo, ho fatto e continuo a fare una scelta di campo, mantenendo fede a quello che è il mio spirito politico, il mio indirizzo e i suoi principi; sono un moderato convinto e continuo a credere nel mio progetto, anche se mi trovo costretto ad ammettere la difficoltà nel farlo decollare per mancanza delle figure giuste. E questo sarà possibile quando riusciremo a togliere di mezzo alcuni personaggi che, come incrostazioni, ostacolano le nuove generazioni e non permettono lo sviluppo delle idee e delle nuove risorse; e questo sia nel panorama nazionale che in quello locale che mi trovo a vivere».

Tra una presa di coscienza e l’altra, non vacilla l’intenzione di Viganò di restare in campo. «Dico sempre “il male è nella bestia”, dunque mi prendo una piccola pausa di riflessione, ma giusto per riorganizzare quello che per me resta un progetto politico concreto da portare avanti».

Inizia un nuovo capitolo per la città e, a campagna elettorale conclusa, c’è spazio per qualche augurio dedicato al riconfermato primo cittadino e ai 5 anni di mandato che lo aspettano. «Sarà sicuramente un quinquennio positivo, Paolo ha seminato senza dubbio bene nell’ambito della sinistra, ha una squadra di ragazzi giovani che meritano e se continueranno a crescere politicamente avrà coltivato una generazione di politici validi in grado di fare grandi cose».

Eleonora Pirovano