19 Febbraio 2016

In paese non si parla d’altro, anche perché un evento del genere non era davvero mai accaduto. Tra sabato e domenica, durante le messe, è stato annunciato che l’oratorio Paolo VI sarebbe rimasto chiuso per due settimane. Cancelli serrati e cortili vuoti, non solo per i ragazzi che trascorrono lì i pomeriggi, ma anche per tutte le associazioni che gravitano intorno alla struttura e che hanno dovuto trovare alla svelta soluzioni alternative. Tutte le attività sono state sospese, comprese quelle sportive del Gso e persino la catechesi. Un sibillino cartello affisso alla cancellata, firmato da Monsignor Piero Cresseri, vicario episcopale di zona, recita: “Il vicario, venuto a conoscenza del contesto di grave tensione in cui sta vivendo da tempo la vita oratoriana, dispone un periodo di riflessione seria e approfondita e la chiusura totale dal 15 al 26 febbraio”, oltre allo scioglimento del consiglio dell’oratorio. Le reali motivazioni di una scelta tanto drastica quanto importante per la vita sociale  e religiosa cittadina non sono chiare. Don Alessio, arrivato in oratorio poco più di un anno fa, ha preferito non rilasciare dichiarazioni, tanto quanto la diocesi, che si è limitata a confermare il testo del cartello. Secondo i parrocchiani, durante le messe del fine settimana, il don avrebbe riferito di alcuni fatti gravi, come il lancio di uova contro la sua abitazione. I giovani che frequentano l’oratorio si dividono: alcuni confermano un aumento degli episodi di indisciplina e maleducazione, altri invece sostengono che le nuove regole che il prete avrebbe imposto sono troppo restrittive e soffocanti. Dal canto loro, gli educatori che seguono gli adolescenti raccontano di una situazione confusa e difficile e di un deficit di comunicazione che ha portato a equivoci, fraintendimenti e in alcuni casi diverbi accesi sulle linee educative. Di certo però nessuno si aspettava la chiusura. Mercoledì prossimo, il 24 febbraio, una riunione per gli addetti ai lavori alla presenza del responsabile della pastorale giovanile della Fom potrebbe forse fare chiarezza intorno a una vicenda dai contorni poco chiari.
Denise Silivestro