06 Marzo 2020

T utti sappiamo che, nel bene e nel male, tradire il proprio marito o la propria moglie porta solo “grane”, avvocati, tribunali e... chi più ne ha, più ne metta.
Ora, senza farne una questione morale, c’è da chiedersi se - oltre al coniuge che viola l’obbligo di fedeltà derivante dal matrimonio - anche l’amante possa andare incontro a qualche rischio.
Ebbene, la risposta è: sì. Lo ha affermato la Suprema Corte di Cassazione, più volte e, da ultimo, in una recente sentenza (Cass. n. 6598/2019).
Di certo, l’amante non potrà essere chiamato a rispondere per la violazione del dovere di fedeltà coniugale, in quanto, come è ovvio, da ciò, deriveranno spiacevoli conseguenze solo a carico del coniuge “libertino” (che potrà vedersi addebitare la separazione e/o sentirsi condannare al risarcimento del danno in favore del coniuge tradito).
Tuttavia, non va escluso che, almeno astrattamente, si configuri altresì una responsabilità proprio a carico dell’amante di turno.
E, infatti, tale responsabilità potrà essere affermata qualora l’amante in questione, con il suo comportamento e avuto riguardo alle modalità con cui è stata portata avanti la relazione extraconiugale, abbia leso o concorso a violare il diritto alla dignità e all’onore della persona tradita. Per fare un esempio, si pensi all’ipotesi in cui l’amante, in qualche modo, si sia vantato della propria conquista nel comune ambiente di lavoro oppure ne abbia diffuso le immagini.
In ogni caso, affinché l’amante venga condannato a risarcire il coniuge tradito, è necessario che quest’ultimo dimostri il nesso causale tra la condotta di cui sopra e l’ingiusto danno lamentato.
Diversamente, nulla si potrà pretendere dal “povero” amante, avendo questi semplicemente esercitato il suo diritto, costituzionalmente garantito, alla libera espressione della propria personalità, diritto che può manifestarsi anche intrattenendo relazioni interpersonali con persone sposate; allo stesso modo in cui - seppur entro determinati limiti (di cui magari si dirà in un’altra occasione) - resta libero
di autodeterminarsi ciascun coniuge.
Comunque sia, per concludere con un detto comune: tra moglie e marito, è bene non mettere il dito.

Avv. Ilaria Ventura