24 Giugno 2016

Per quanto il clima sia ancora indeciso tra una improbabile primavera tardiva e una non pervenuta estate, le vacanze arriveranno puntuali. Scatterà l’affannosa ricerca della “estate perfetta”; ci impegneremo con diligenza a riscattare undici mesi di duro lavoro con un mese, e per i fortunati qualche settimana in più, di obbligato quanto faticoso “svago”.
Comunque tra le frequentazioni che saremo costretti a subire e quelle che ci saremo volontariamente scelti non dimentichiamo di portare con noi un amico affidabile, discreto e silenzioso: il Libro.
A tal proposito ve ne suggerisco quattro da sistemare con cura in valigia.
Il primo è “CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO” di David Grossman, uno dei più grandi narratori contemporanei.
Yair, il protagonista del romanzo, scorge da lontano una donna che lo colpisce per la sua gestualità intrisa di malinconia e decide di intraprendere con lei una corrispondenza epistolare. Cosa voglia e cosa si aspetti neanche lui lo sa ma decide di rivolgersi a a lei con un dialogo di introspezione del proprio io. Lettera dopo lettera mette a nudo il fanciullo tormentato che è stato  e l’uomo complesso e inquieto che è diventato. L’animo maschile e il rapporto con l’amore si concretizzano in questa dicotomia tra l’amore verso la moglie e il figlio e la ricerca spasmodica di Altro, un Altro senza volto, senza nome, senza identità. Myriam, la protagonista, suo malgrado concretizza la ricerca di Yair diventando amica, confidente e amante virtuale. Lui si insinua nell’animo di lei così come una lama di coltello penetra nella carne per lasciare il segno.
All’inizio la figura di questa donna è sbiadita, quasi in controluce, ma a poco a poco si delinea sempre di più sino a diventare di una forza dirompente.  Yair vive questo amore virtuale come una visione onirica che arriva a sfociare in momenti di puro erotismo  ma, quando sente che l’esistenza di questa donna, per quanto virtuale, comincia a minare la sua presunta stabilità affettiva, allora fugge.
Myriam invece si lascia prendere da questo gioco lentamente e quasi con reticenza ma quando in lei si accende la scintilla amorosa continua inesorabile e tenace nel gioco di una corrispondenza solitaria.È una lettura non facile ma estremamente coinvolgente che permette si insinuarsi tra le pieghe dell’animo maschile e femminile e di studiarne le contorte dinamiche che si innescano nell’estenuante gioco amoroso. La fine è assurda e imprevedibile così come è logico che sia per un libro che tratta di amore e follia.
Da leggere in compagnia dei più giovani consiglio il libro
“IL PICCOLO PRINCIPE”, di Antoine De Saint-Exupéry.
È stato scritto nel  1943 ma resiste ai tempi e continua ad appassionare grandi e piccini. La storia è nota: un aviatore precipita con il suo aereo nel deserto e lì fa la conoscenza del Piccolo Principe, un bambino venuto da un piccolo pianeta con una gran voglia di sapere e scoprire. È un libro da riscoprire insieme ai propri figli o nipoti. Non soltanto da leggere , bensì da “recitare”.
Il bambino deve essere regista, scenografo e attore mentre i genitori produttori di una messa in scena di un mondo in miniatura.
I personaggi del libro sono granelli di un’umanità sempre attuale: il vanitoso, il matematico, l’ubriacone, il mercante, il controllore, il re. I bambini riescono a immedesimarsi facilmente nel mondo dei grandi quando l’ironia ne smorza i toni forti e a volte tragici.
Frasi come “L’Essenziale è invisibile agli occhi” vanno lette e rilette insieme affinché la sostanza entri a far parte del vissuto quotidiano.  Così come il verbo “addomesticare”, utilizzato dalla piccola volpe che incontra il bambino e desidera averlo come amico, assume un significato profondo che si identifica con il concetto sempre attuale di “appartenenza e accoglienza”.
Dinanzi ai tablet o ai numerosi marchingegni supertecnologici che mettiamo loro a disposizione, i nostri figli e nipoti passano ore; ore solitarie dove interagiscono solo con immagini, spesso promotrici di violenza e aggressività, e interloquiscono solo con se stessi.
Il “Piccolo Principe” è un mezzo semplice ed efficace per mettere in contatto il mondo degli adulti con quello dei bambini. Recitare insieme, ridere insieme, ricostruire piccoli mondi tra il reale e il fantastico è un modo meraviglioso per ricreare sintonia e armonia, l’unico modo valido da sempre per ritrovarsi.
Il terzo libro che vi suggerisco è “La regola dell’equilibrio” di Gianrico Carofiglio.
Carofiglio è un autore ormai molto conosciuto e apprezzato. Ancora una volta ci offre la lettura di un legal thriller scritto con sagacia e competenza. Guido Guerrieri è un avvocato in crisi esistenziale e medita un anticipato ritiro dalla sua professione, ma un suo amico giudice lo coinvolge nella sua personale vicenda e gli chiede di difenderlo dall’accusa di corruzione. Tra colpi di scena drammatici e brevi flash comici il libro scorre piacevole e coinvolgente e con grande maestria si inserisce nel delicato groviglio di corruzione nel mondo giudiziario. Il protagonista a un certo punto si troverà nell’ambigua condizione di dover lottare tra la sua coscienza di uomo e il “mestiere” di avvocato. Avrà dalla sua parte il fidato amico poliziotto  Carmelo Tancredi e una bella investigatrice che non mancherà di lasciare al lettore quel retrogusto un po’ piccante che caratterizza le storie d’amore “mordi e fuggi”.  
Se volete rilassarvi riflettendo su tematiche importanti allora portate con voi “ELOGIO DELL’AMICIZIA” di Paolo Crepet, psichiatra e sociologo. Dal 2004 direttore scientifico della Scuola per Genitori.
Crepet è un conoscitore dei problemi legati all’infanzia e all’adolescenza e delle complesse dinamiche familiari.
“Bisogna partire dal coraggio di sfidare ciò che abbiamo dato per scontato e troppo spesso banalizzato e vilipeso. L’Amicizia.”
Questa frase compare sulla prima pagina del libro e dà la chiave di lettura. Occorre leggere con la mente ricettiva poiché ogni frase racchiude un pensiero che va elaborato con il proprio vissuto. Un libro che coinvolge e sprona a rivedere i legami del passato e quelli del presente e certamente migliorerà quelli futuri. Contrariamente a quanto si possa immaginare è un libro facile da leggere; Crepet è un affabulatore, mai pedante, sempre libero nel pensiero e abile nel porlo con mano delicata a chi vuol entrare nel delicato e misterioso mondo dell’ “altro sé”.
In un’epoca moderna dove, su Facebook come su altri social, l’Amicizia si colleziona a grandi numeri come un tempo si faceva con le figurine, svendendola e svilendola con un semplice “mi piace”, parlare di questo sentimento “più dogmatico dell’amore” con serietà e profondità permette di riprendere contatto con la forza e l’autenticità di una parola che abbiamo ridotto a ben poco. L’amicizia tra uomini e donne, tra genitori e figli, tra nonni e nipoti, l’amicizia come medicamento nel dolore, come conforto nella morte, l’amicizia come forza nobile e riparatrice oggi più che mai rivoluzionaria. Ai ragazzi bisogna tornare a parlare di “educazione sentimentale”, di rispetto verso se stessi e verso gli altri. I genitori non devono essere gli amici dei propri figli ma devono metterli nelle condizioni di coltivare sane e durevoli amicizie credendo nella positività di questo sentimento.  
Ormai la tecnologia ha stravolto tutto ciò che di semplice e naturale esisteva nel quotidiano di molti di noi over 60,  anche la banale lettura di un libro. Il fruscio delle pagine girate lentamente, i colori accattivanti delle copertine, i segnalibri improvvisati per non rovinare la pagina con l’orribile “orecchietta” all’angolo superiore, l’odore del libro nuovo e la sensazione di disagio nel profanare quelle pagine che si staccavano con fatica una dall’altra, il segno circolare lasciato dalla tazzina di caffè appoggiata distrattamente sulla pagina durante la lettura ; oggi tutto ciò è racchiuso in un minuscolo libretto rigido dall’aspetto severo e inquietante che, credo, si chiama E-book. Quelli tecnologicamente avanzati dicono meraviglie di questo nuovo sistema di lettura, quindi portate pure il vostro E-book  in valigia; risparmierete certamente tanto spazio e inoltre non dovrete limitarvi nel numero di libri che volete per compagni di viaggio. Per quanto mi riguarda trovo insostituibile la ricerca della pagina di cui ho perduto il segno, il delizioso peso del libro che mi scivola tra le mani dopo avermi accompagnato per mano dinanzi alla porta di Morfeo, il piacere di scrivere i tuoi pensieri tra le righe come se volessi dialogare con l’autore,  e soprattutto la gioia di prestare questo piccolo tesoro ad un amico pur sapendo che, quasi sicuramente, non lo riavrò più. Buone vacanze e buona lettura.

A cura di Katia Amato Sgroi
Incontri organizzati presso Sporting Club di Milano 2