20 Aprile 2018

Arriva il momento in cui ci si rende conto che, così come per tutte le altre valutazioni mediche specialistiche, è arrivato per il nostro bambino il momento della prima visita odontoiatrica.
È un passo che spesso preoccupa un po’ il genitore, soprattutto quando è lui per primo a non gradire, nemmeno per sé, le sedute odontoiatriche.
Se un bambino decide che non vuole farsi visitare e curare sarà difficile convincerlo del contrario, quindi è fondamentale prevenire l’eventuale rifiuto a collaborare.
Ma cosa si può fare per avere un bambino collaborante dal dentista?
Una ricetta valida per ogni situazione non esiste, ma alcuni accorgimenti possono aiutare.
Innanzitutto, quando è possibile, è bene programmare la prima visita dal dentista fuori da un contesto di urgenza, legata a episodi dolorosi. In effetti, per il bambino visitare un ambiente medico nuovo diventa molto meno stressante se ci si trova solo a chiacchierare e a far vedere i dentini, senza che sia richiesto altro intervento. Sulla base delle reazioni del bimbo, il dentista può decidere fino a che punto spingersi per testare la collaborazione, ma senza l’obbligo di doverla ottenere subito per l’esercizio di terapie. Nella memoria del piccolo paziente resterà così un ricordo positivo che sarà utile quando invece si renderà necessario intervenire.
Un buon momento per decidere di fare questa visita può essere l’inizio della permuta dentaria, tra i 6 e gli 8 anni, quando cadono i primi dentini da latte. Questo cambiamento giustifica la novità della visita odontoiatrica, senza preoccupare troppo il piccolo paziente che può viverla come un momento di crescita.
Se si sospetta qualche anomalia, o ci sono problematiche di dolore, chiaramente tale visita va programmata prima; va sempre considerato che i dentini decidui possono essere causa di dolore come i denti permanenti.
Ma come preparare il bambino a questa nuova esperienza?
La preparazione migliore che il genitore può fare per aiutare il bambino a ben sopportare l’esperienza è la più semplice che si possa immaginare: raccontargli il meno possibile!
Una cosa importantissima è soprattutto evitare il racconto delle proprie esperienze personali, cercando invece di enfatizzare le cose in modo positivo. In effetti, dai racconti personali del genitore i bambini, dotati di estrema empatia e quindi molto abili nel leggere il linguaggio non verbale e cogliere ogni sfumatura di poca convinzione del genitore nel rassicurarlo, ricavano spesso più timori che altro.
Quanti adulti sono realmente credibili nel raccontare che andare dal dentista è bello e divertente? Non molti!
Altra cosa da evitare è cercare di descrivere in anticipo le manovre che effettuerà il dentista per prepararlo, infatti questo tentativo mette in campo due problemi. Il primo è che spesso il genitore non sa esattamente cosa ci sarà da fare e quindi rischia di dare informazioni che poi potrebbero essere smentite, con il rischio che se anche una sola cosa anticipata venisse modificata, il bimbo perderebbe la voglia di fidarsi e affidarsi alle cure dentali. Il secondo problema è che, ponendosi come figura di riferimento competente sull’argomento, rischia di rendere inutile ogni tentativo del dentista di entrare nel mondo del bambino e trasformare tutto il più possibile in un gioco.
Ma cosa rispondere alle domande poste a casa del piccolo paziente?
L’ideale è spiegare semplicemente che, recandosi a questa visita, in questo posto nuovo, conoscerà il dottore dei dentini, un dottore che si occuperà di guardare come stanno i suoi denti e gli spiegherà come fare per mantenerli sani o come curarli, se già sono malati.
Alle innumerevoli domande che potrebbero scatenarsi da parte del bimbo, l’obiezione migliore, per evitare situazioni “pericolose”, è quella di ammettere con sincerità di non sapere come rispondere, perché il genitore stesso, quando deve sapere come stanno i propri denti, si affida al dentista, che è il dottore che sa tutto in proposito. Ovviamente, tranquillizzandolo e spiegandogli che potrà fare tutte le sue domande durante la visita. Il dentista, a questo punto, avrà la possibilità di mettere in atto nel corso della seduta tutti i comportamenti più idonei (di cui vi parleremo nel prossimo appuntamento,) con un piccolo paziente senza preconcetti nati ancora prima di incontrarlo.
A proposito: evitare nel quotidiano di usare la figura del dentista come spauracchio per convincerlo a mangiare la verdura, a fare i compiti o ad andare a letto presto la sera  risulterà altrettanto utile e costruttivo.